10 Giugno 2023 - 10:01:20

di Martina Colabianchi

L’associazione FuoriGenere ha organizzato, per la giornata di domani alle 18.30, una “passeggiata rumorosa” in località Costa Masciarelli a L’Aquila, la stessa in cui è avvenuta la brutale violenza ai danni di una giovane donna mercoledì scorso.

Proprio in solidarietà con la vittima, e per ribadire il diritto di poter percorrere a piedi e in sicurezza tutte le strade cittadine, spesso negato, la passeggiata sarà rumorosa grazie all’ausilio di tamburelli, fischietti e di qualsiasi strumento in grado di fare rumore.

È notizia di mercoledì la violenta aggressione avvenuta in pieno centro storico all’Aquila dove, in zona Costa Masciarelli, una ragazza di circa 30 anni è stata aggredita e picchiata, dopo aver opposto resistenza ad un tentativo di violenza sessuale, agito da un uomo nella notte tra martedì e mercoledì. Altro gravissimo episodio che ci racconta di quanto non sia più accettabile continuare a fingere di non vedere cosa accade nelle strade, nei parchi, nei locali pubblici e negli spazi abbandonati, spesso bui e disabitati, della nostra città“, si legge nel comunicato stampa dell’associazione.

Siamo sgomentɘ e arrabbiatɘ perché l’ennesima violenza a cui assistiamo è amplificata ancora una volta dalla violenza di alcuni giornali che spettacolarizzano e narrano un episodio così grave con dettagli totalmente inutili sulla ragazza. Lo abbiamo scritto, detto a gran voce e lo ribadiamo anche oggi: non basta punire i reati, rafforzare le forze di Polizia o reclamare un centro tappezzato di telecamere, serve un percorso strutturale e sistemico di prevenzione alla violenza che deve necessariamente passare per la conoscenza e per il confronto! È l’ora di una presa di responsabilità collettiva, di una discussione reale sullo spazio pubblico e lo spazio privato“.

Nel comunicato, l’associazione FuoriGenere tocca, come si legge, anche il tema caldo della sicurezza della città, argomento che ha animato non solo il dibattito tra maggioranza e opposizione, ma che ha tenuto banco anche all’interno della maggioranza stessa con la richiesta al sindaco, da parte di Forza Italia, di mettere in atto azioni più concrete di contrasto al degrado cittadino. Non basta aumentare i controlli, però, perché secondo l’associazione è necessaria una sistemica messa in discussione dei ruoli di genere che, così, estirpi alla base il fenomeno della violenza sulle donne.

L’Aquila è una città che spesso viene narrata come assolutamente sicura e immune da tutte le dinamiche di violenza che sembrano appartenere invece solo alle città più grandi; chi fa attivismo e associazionismo da anni in questa città, sa bene che le cose non stanno esattamente in questo modo. L’errore più grande che si possa fare quando si parla di violenza maschile sulle donne è quello di considerarla un fenomeno indesiderato, o un’emergenza, scaricando la responsabilità sullo “straniero” di turno. E le destre al governo si oppongono a qualsiasi intervento preventivo, che metta in discussione i ruoli e le identità di genere“.

Vogliamo essere liberə di attraversare le strade della nostra città, di giorno e di notte, indecorosə, vestite come vogliamo, senza avere paura – continuano. Vogliamo poterlo fare senza il controllo delle telecamere, perché non sono queste a proteggerci, ci protegge una città costruita su un modello culturale e sociale libero da patriarcato, machismo, sessismo e razzismo . Vogliamo esserə liberə di fare cultura e informazione in tutti gli spazi che scegliamo senza sentire il peso della repressione e della violenza delle istituzioni. Vogliamo essere liberə di decidere dei nostri corpi senza il peso del giudizio!“.

Continueremo a chiedere che i Centri Antiviolenza siano al centro di un piano strutturale e non emergenziale contro la violenza sulle donne e di genere. Grazie all’enorme lavoro che svolgono e alle competenze sviluppate in anni di attività, che mettono al centro i bisogni e i desideri delle donne, è possibile creare degli spazi per intraprendere dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Immaginiamo e pratichiamo una cultura del consenso in ogni interazione sociale, relazionale e politica. E’ un processo continuo che parte da sé, attraversa le famiglie o qualsiasi cosa si voglia intendere per tali, fino alle comunità che viviamo e non è un processo rimandabile: solo quest’anno, sono 37 le donne uccise in ambito affettivo e relazionale. Vogliamo una società in cui l’educazione al rispetto e al consenso sia irrinunciabile e una città che veda al primo posto nelle sue istanze politiche parole come: rispetto, consenso, educazione sessuale e all’affettività, tolleranza, ascolto e libertà di scelta sui propri corpi“.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza alla ragazza e alla sua famiglia: non sei sola, noi siamo con te! – concludono. L’esistenza di collettivi e associazioni femministe nella nostra città è importante per rivendicare a gran voce che nessuna donna e nessunə sarà lasciatə solə nelle aule dei tribunali, mai!“.