15 Giugno 2023 - 00:01:00
di Marco Giancarli
É un quadro fatto di oliate dinamiche volte a favorire l’impresa di Vicenzo De Leonibus da parte del dirigente del Comune di Pescara Fabrizio Trisi nei più importanti appalti pubblici della città adriatica, quello che emerge dalle 126 pagine di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara Fabrizio Cingolani circa l’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara denominata “Tana delle Tigri” che ha portato all’arresto in carcere quattro persone tra cui appunto il dirigente comunale Trisi e l’imprenditore De Leonibus.
Si evince che Trisi, si legge nell’ordinanza, “In qualità di Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Pescara, abbia posto in essere più condotte illecite con Vincenzo De Leonibus, titolare della DE LEONIBUS COSTRUZIONI S.r.l., consentendo l’attribuzione di vantaggi concorsuali ed imprenditoriali in ambito pubblicistico alla predetta società in cambio di pagamenti sistematici di pranzi (effettuati dall’imprenditore con propria carta di credito ed accertati per oltre 5.000,00 euro), consegna di somme di denaro (pari ad € 1.000,00, in data 2.11.22 ed € 100,00, in data 9.1.2023), trasporti gratuiti, oltre alla fornitura della provvista per l’acquisto di sostanze stupefacenti”.
“Emerge ancora più nel dettaglio – prosegue il Gip – come, nell’ambito di questo rapporto tra i due indagati, gli appalti siano stati attribuiti al De Leonibus sia direttamente alla sua società (con lo strumento dell’affidamento diretto o della procedura di somma urgenza), sia indirettamente, attraverso la creazione di una società “schermo”, denominata SA.TO. S.r.l., autorizzata a subappaltare i lavori”.
Nelle intercettazioni infatti TRISI afferma: “ma non te lo prendere tu!…fallo prendere a qualcuno a nome tuo!..dammi un nome e domani lo chiamo”, come accaduto per l’affidamento lavori Fosso Vallelunga e per il lavoro di manutenzione di fossi e canali”.
Non solo questo perché gli “affari” tra i due sarebbero stati accertati anche per la procedura negoziata con la quale sono stati affidati alla SA.TO srl i lavori di “Riqualificazione spazi pubblici e viabilità quartiere Zanni” per un importo totale di aggiudicazione pari ad € 1.159.714,97.
“Lavori – si legge nell’ordinanza – poi svolti dalla DE LEONIBUS COSTRUZIONI con De Leonibus unico soggetto referente, in ordine allo svolgimento degli stessi, nei confronti della stazione appaltante. nonostante la società fatturante nei confronti del Comune sia stata l’aggiudicataria SA.TO (con particolare riferimento ai lavori per la riqualificazione del “Parco Mimmo Morelli” ed alle relative fatture”.
Le investigazioni avrebbero poi accertato di come “I lavori in zona San Silvestro. d’altra parte, risultano essere stati eseguiti dalla DE LEONIBUS COSTRUZIONI, anziché dall’aggiudicataria”.
Altro aspetto riguarda la commessa circa l’Asse Attrezzato per la quale, scrive il giudice, “si rileva l’interesse del De Leonibus e l’appoggio del Trisi, il quale ha inserito nella commissione di gara per uno dei relativi appalti il suo fidato collaboratore, nonché commensale abituale del De Leonibus, al fine di agevolare la buona riuscita della commessa, non riuscendo nell’intento per l’intervento di una commissione di verifica amministrativa i cui componenti erano terzi rispetto ai partecipanti all’accordo illecito e, a dire dello stesso Trisi per l’aver attribuito (il collaboratore di De Leonibus) alla ditta concorrente dei punteggi troppo alti, mettendo a rischio gli interessi del DE LEONIBUS”.
C’è poi l’ipotesi di reato circa la corruzione propria, relativa all’appalto A.C.A. S.p.a
Per il giudice “stante l’accordo corruttivo del Trisi con lo stesso De Leonibus, per la gara d’appalto avente ad oggetto la “manutenzione ordinaria e straordinaria reti interne comuni zona nord, centro, sud 1, sud 2, litoranea e metropolitana”, per un importo totale di € 7.819.500,00. In essa Fabrizio Trisi ha ricoperto, nonostante i rapporti, amicali ed economici, con De Leonibus, la carica di Presidente della Commissione di gara, i cui componenti erano stati individuati dallo stesso Trisi, in quanto definiti “affidabili”.
Nell’ordinanza firmata dal Gip, “Emergono dettagliate intercettazioni in ordine all’attribuzione dei punteggi, dalle quali si evincono i calcoli aritmetici eseguiti in modo da facilitare la vittoria della SA.TO. nei confronti dell’impresa concorrente.
Secondo il Gip, “Con riferimento alle posizioni di Trisi e De Leonibus, con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione, il rischio si ricava dalla gravità dei fatti contestati, dall’abitualità delle condotte, dal continuo mercimonio dell’esercizio della funzione da parte dei due indagati, i quali non si sono fatti scrupoli nell’applicare questo sistema di scambio tra denaro, favori e utilità in cambio del controllo delle principali commesse pubbliche, addirittura proseguendo nell’attività illecita pur dopo aver avuto il serio dubbio di essere sottoposti a intercettazioni”.
Le ragioni delle misure cautelari in carcere
Di qui le misure cautelari in carcere poiché, conclude il Gip Cingolani: “Tutti i numerosissimi rapporti del Trisi con gli imprenditori indicati nella richiesta aumenta sensibilimente il rischio di reiterazione dei reati, anche con altri soggetti. Il De Leonibus, d’altra parte, appare risoluto ad ottenere vantaggi indebiti nell’ambito della P.A. con i mezzi economici più vari, per cui il pericolo che possa tentare di ottenere ulteriori vantaggi è molto concreto”.
Tutte circostanze quelle descritte fino a questo momento che adesso dovranno essere analizzate in questa primissima fase e successivamente provate. Nel frattempo stamane i due interrogatori in carcere per Trisi e De Leonibus, non hanno prodotto risultati sostanziali poiché entrambi hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in attesa di reperire e studiare da parte dei rispettivi legali, la copiosa documentazione prodotta dalla Procura di Pescara.