16 Giugno 2023 - 13:22:32
di Marco Giancarli
“Io come sindaco ed i miei assessori siamo rimasti attoniti da quanto emerso da questa inchiesta soprattutto per la questione relativa all’uso di sostanze stupefacenti. Non ci siamo mai accorti di nulla e quando venerdì scorso, rispetto alle voci che correvano, ho chiesto a Trisi se fosse vero mi ha assicurato di no”. E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Pescara Carlo Masci durante una conferenza stampa in Comune convocata per illustrare la posizione dell’amministrazione dopo il terremoto che la scorsa settimana ha colpito il settore dei Lavori pubblici con l’arresto del dirigente pescarese FabrizioTrisi per corruzione e di altri dipendenti comunali.
Le vicende riguardanti gli appalti
Masci: “Non è compito della politica entrare nel merito delle assegnazioni dei lavori, si tratta di atti gestionali”.
Intanto sono state attivate tutte le misure di sicurezza: il dirigente è stato sostituito, i dipendenti indagati allontanati ed istituito comitato strategico per la riorganizzazione dell’attività amministrativa.
“Trisi è stato scelto con regolare procedura di selezione pubblica Ex Art. 110, in base al suo curriculum e alle sue competenze. In questi anni con lui abbiamo avuto sempre un rapporto di stretta fiducia, segnata, talvolta anche da lievi contrasti, come giusto che sia, per via di un suo particolare temperamento, ma nè io ne i miei assessori ci siamo mai accorti di nulla. Sulle vicende, poi, emerse riguardo al presunto uso di sostanze stupefacenti, il mio stile di vita non mi consente di intravvedere comportamenti che possano avere a che fare con questo tipo di abitudini“, ha poi proseguito Masci.
Alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini il sindaco ha anche annunciato di aver intanto sostituito Trisi con il dirigente Giuliano Rossi, di aver allontanato i due funzionari sotto inchiesta e di aver istituito un comitato strategico per la riorganizzazione di tutta l’attività amministrativa.
“Abbiamo da subito pensato alla salvaguardia dell’Ente, attivando tutte le misure di sicurezza e predisponendoci alla continuità dei lavori, che sono tanti, relativi ai numerosi progetti in campo”
Momenti di tensione, durante, la conferenza stampa per il blitz dei consiglieri di opposizione che hanno consegnato un documento al sindaco, ricordandogli che già da ottobre lo avevano avvisato sulle presunte anomalie all’interno dell’Ufficio dei Lavori Pubblici e ribadendo l’invito a dimettersi
“Non è mia abitudine – ha precisato Masci – come principale responsabile di questo Ente, farmi da parte, il mio impegno è quello di ripartire al più presto con l’attività per rispetto dell’intera collettività”.
Non tardano ad arrivare le reazioni politiche.
“Il Sindaco sapeva delle indagini da più di un anno e, in nome di un assoluto garantismo, ha dichiarato di aver deciso deliberatamente di non fare nulla, voltandosi dall’altra parte – dice, in una nota, il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle. Se non fosse arrivata la Procura a salvare la dignità etica e morale del nostro Comune, né Masci né nessuno della Giunta avrebbe pensato di alzare un dito, consentendo agli attuali indagati di continuare a gestire i 100 milioni di fondi pubblici PNRR. Un Sindaco incapace e dormiente, usa oggi il tema del “garantismo” per cercare di coprire maldestramente la propria incapacità a vigilare, a mettere in atto le giuste misure di controllo, a verificare la correttezza delle procedure, ad assicurarsi della condotta del suo uomo di fiducia. Uomo sul quale da tempo giravano voci e indiscrezioni che il Sindaco non può negare. E derubricare quelle segnalazioni a semplice “gossip” ha contribuito a scaraventare la città di Pescara nel malaffare”.
“Dire ai pescaresi, come ha fatto oggi il sindaco Masci, che non si era accorto che il Settore Lavori Pubblici, al cui vertice aveva chiamato il suo uomo di fiducia, era fuori controllo equivale ad ammettere di non essere in grado di amministrare. Perché le opacità su appalti, affidamenti, procedure e rispetto delle norme sulla trasparenza erano pubbliche, denunciate pubblicamente in Consiglio Comunale e riportate decine di volte dalla stampa. Oggi sarebbe stata necessaria una operazione verità e non una cupa difesa dell’indifendibile“. Ad affermarlo sono i consiglieri comunali del Partito Democratico Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Marco Presutti e Giovanni Di Iacovo.
“Invece è impensabile continuare ad amministrare avendo omesso per anni qualunque azione di contenimento e vigilanza del dirigente più vicino a lui ed al suo partito – continuano i consiglieri del Pd – e voler proseguire sapendo che tutto si fermerà vuol dire trascinare la città in una palude lunga un anno pur di provare a restare a galla. Avevamo sperato, ma non creduto che il Sindaco chiedesse scusa alla città per tutto quanto è accaduto e offrisse un contributo di chiarezza su quanto a sua conoscenza, non rispetto alle fattispecie penale, ma rispetto alla conduzione politica e amministrativa dello strategico settore dei lavori pubblici. Non solo è stata disattesa la nostra speranza, ma abbiamo subito la beffa di ascoltare l’inedito principio secondo il quale il Sindaco e la sua Giunta non potevano sapere. Meglio il commissario: le dimissioni del sindaco restano l’unica strada per il bene di Pescara“.