21 Giugno 2023 - 18:11:58
di Martina Colabianchi
È terminata, dopo tre anni, la vicenda riguardante gli immobili costituenti il villaggio Livigno a Stiffe, rimbalzati sulle cronache più volte in questi anni perché contesi tra la Progetto Stiffe ed il Comune di San Demetrio Nè vestini.
Il tribunale dell’Aquila, con la sentenza del 30 maggio 2023, per giudizio promosso dal Comune di San Demetrio contro Progetto Stiffe SpA, ha rigettato tutte le richieste del Comune: gli immobili sono di proprietà della Spa, le richieste economiche del Comune non sono state accolte, la richiesta di trasferimento degli immobili improcedibile perché carente degli elementi necessari. Inoltre, vi è la condanna a risarcire tutte le spese legali.
“Un esito infausto per l’amministrazione comunale che, nell’arco di 24h dalla sentenza, invece di cercare di trovare un accordo con la Progetto Stiffe, mette in campo un’azione che ha il sapore della ritorsione – afferma la società in un comunicato. Dal mese di maggio il villaggio è stato dato in gestione all’Enoteca Casale Liberati, attività di pregio che ha una esperienza decennale e che ha dato valore aggiunto al borgo di Stiffe già da anni, e da valore e qualità anche alla gestione delle Grotte, oggi comunale“.
“Il Comune, all’esito della sentenza, promuove l’avvio di una procedura di accertamento dei requisiti edilizi degli immobili sia nei confronti della SPA che del gestore dell’enoteca, paventando azioni successive per la prima e sospensione della licenza per il secondo. Risulta pertanto quantomeno strano che a distanza di 11 anni il Comune voglia verificare presunte violazioni alle norme urbanistiche, quando esso stesso ha autorizzato la costruzione delle strutture, ha stipulato i Protocolli di Intesa per la sua realizzazione, ha partecipato, in quanto socio della Progetto Stiffe S.p.A. (società a partecipazione pubblico-privata) a tutte le fasi di costruzione e messa in funzione dell’attività commerciale, la cui inaugurazione è stata fatta dal sindaco il 25/6/2011 con tanto di fascia tricolore e per le quali ha azionato un contenzioso“.
“Né si può sottacere – prosegue la nota – che il presidente dei revisori dei conti della Progetto Stiffe SpA e il vicepresidente del cda per statuto societario sono di nomina del Comune stesso! Gestione e controllo sono pertanto nei poteri di emanazione comunale. Posizione quindi discutibile per l’ente che emette e controlla per sua costituzione tali atti, ma che nel caso di cui si tratta è anche socio e quindi colui che viene controllato!”.
Si elencano, poi, alcuni dati rilevanti su cui, secondo la società, “non si può tacere“:
- Le spese legali sostenute dal comune per tutti i contenziosi e consulenze contro la Progetto
Stiffe ammontano a circa 50.000€ a cui si aggiungono circa 20000€ di condanna alle spese
stabilita nell’ultima sentenza. Sono soldi dei cittadini e si consideri che stiamo parlando di un
Comune di appena 2000 abitanti. - Per un altro contenzioso azionato dal Comune per un presunto danno economico causato dalla
Progetto Stiffe, ancora in corso, il CTU incaricato dal tribunale ha dimostrato la sostanziale
inesistenza della richiesta comunale evidenziando, di contro, le migliorie e le spese sostenute
dalla SpA.., il tutto con l’ulteriore esborso da parte del comune di metà delle somme spettanti
al consulente tecnico del tribunale (14.000€ totali). - Gestione delle Grotte di Stiffe svolta da un’azienda speciale che sostanzialmente replica
l’organizzazione aziendale della SpA (cda, revisori dei conti), le cui spese e rischi sono
totalmente a carico del comune ed il cui iter di gestione è più farraginoso in quanto ente
pubblico. Unici appalti gestiti sono la somministrazione delle “guide”, peraltro non assunte
direttamente dall’ente e distributori automatici di bevande posti davanti l’ingresso della
grotta. - L’indotto turistico della zona è stato quasi completamente azzerato in pochi anni.
Il sintesi il comune : ha perso un immobile per il sisma, ha rinunciato alla ricostruzione da parte dello
stato in altro sito e oggi spende cifre esorbitanti in contenziosi che varrebbero certamente l’acquisto
di un altro immobile.
L’ente comunale infatti, invece di fermarsi, prendere atto degli esiti giudiziari e cercare di ridurre i
danni per il bene della vallata prendendosi magari il plauso di una soluzione che avrebbe invertito la
tendenza e portato un valore aggiunto, agisce instaurando nuovi contenziosi con tutti i rischi connessi
a carico della collettività. Il tutto paradossalmente anche in danno di un concittadino, che nulla ha a
che vedere con i contenziosi tra Comune e Progetto Stiffe e che si è visto notificare l’avvio di una
procedura di revoca dell’autorizzazione allo svolgimento della propria attività e malgrado da 14 anni,
a seguito del terremoto, sia ancora in attesa che il Comune termini i lavori di ripristino della sede
originaria della propria azienda commerciale ancora inagibile.
Bisognerebbe a questo punto interrogarsi su quale sia il bene e l’interesse pubblico che il comune
intende perseguire