Fwd: Bussi, proposta di caratterizzazione dei famigerati Pozzi S.Angelo da rispedire al mittente

21 Giugno 2023 - 16:17:56

Associazioni sul Sito inquinato di Bussi: “carente e inaccettabile la
proposta di piano di caratterizzazione dei famigerati pozzi S. Angelo,
va riscritta”

Procedura di Conferenza dei Servizi aperta lo scorso 9 maggio dal
Ministero dell’Ambiente.

Momento chiave per la bonifica e per la richiesta di risarcimento danni
nei confronti di Edison, serve analisi rigorosa e completa della
situazione.

Il Forum H2O e la Stazione Ornitologica Abruzzese hanno depositato
dettagliate osservazioni alla conferenza dei servizi aperta lo scorso 9
maggio dal Ministero dell’Ambiente sul Sito inquinato di Bussi per
chiedere che sia riscritto il Piano di caratterizzazione proposto da ACA
e redatto da ARTA per il monitoraggio del sito dei famigerati pozzi
S.Angelo. Ricordiamo che questi pozzi, posti 2,5 km a valle del polo
chimico, fino al 2007 hanno rifornito di acqua i rubinetti di tutta la
Val Pescara per poi essere chiusi per la contaminazione riscontrata a
seguito delle denunce delle associazioni.

Quello del campo pozzi S. Angelo è un elemento chiave della storia del
sito di Bussi sia perché l’acqua è stata la principale fonte di
esposizione per la popolazione della Val Pescara che si è vista
riversare fino al 2007 direttamente dai rubinetti un mix di contaminanti
derivanti dal polo chimico, dal tetracloroetilene all’esacloroetano
passando per il tetracloruro di carbonio, sia perché è uno dei “punti
caldi” per il calcolo del danno ambientale nell’ambito della causa per
la richiesta di risarcimento da oltre 1 miliardo di euro attivata dal
Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Abruzzo nei confronti di Edison.

La caratterizzazione è un momento fondamentale per ricostruire
esattamente lo stato della contaminazione e ottenere la bonifica.

Le organizzazioni hanno evidenziato quelle che ritengono come una serie
di pesanti carenze della proposta:
1)non vi è una ricostruzione dettagliata della geologia di questa
porzione di territorio, fondamentale per individuare eventuali corpi
rocciosi che abbiano trattenuto la contaminazione come avvenuto nella
discarica Tremonti dove una particolare lente di roccia ha fatto
sostanzialmente da “spugna” rispetto ai solventi clorurati. Senza una
ricostruzione 3D di dettaglio non è possibile indirizzare la redazione
di un piano di caratterizzazione idoneo a descrivere esattamente lo
stato di contaminazione del sito.
2)Il numero e la localizzazione dei prelievi per le acque sotterranee è
assolutamente scarso e inidoneo a restituire la reale situazione di
contaminazione lungo la verticale dei pozzi, profondi decine di metri e
solo in parte fenestrati (quindi per giunta in parte inidonei a
campionare la stratificazione della contaminazione in maniera
dettagliata);
3)la proposta di Piano si basa anche su una serie di analisi preliminari
prive di attendibilità in quanto condotte senza rispettare le modalità
imposte dal Testo unico dell’Ambiente (spurgo ecc.) e senza conoscere
esattamente le caratteristiche dei singoli pozzi e il contesto geologico
in cui sono stati perforati;
4)si propone di perforare un unico (!) nuovo piezometro di controllo
delle acque sotterranee, peraltro poco profondo. Con un unico punto non
si potrà ricostruire alcun modello tridimensionale di dettaglio (almeno
di ordine decametrico) della distribuzione della contaminazione, anche
per l’individuazione di eventuali lenti di roccia che possano aver
svolto la stessa funzione che abbiamo visto alla Tremonti.
5)Serve un numero idoneo di piezometri sufficientemente profondi
realizzati appositamente per il monitoraggio posti su entrambe le sponde
del fiume Pescara (i pozzi infatti si distribuiscono sulle due sponde),
scavati a monte, a valle e all’altezza dei pozzi stessi.

Invitiamo tutti gli enti coinvolti nel procedimento, dal Ministero alla
Regione Abruzzo, passando per ASL, ISPRA e Istituto Superiore di Sanità,
a richiedere tutti gli approfondimenti indispensabili per restituire una
descrizione dettagliata e inoppugnabile dello stato di contaminazione
del sito, coerente con quanto richiesto dal Testo Unico dell’Ambiente e
idonea a obbligare quelli che saranno ritenuti responsabili della
contaminazione a provvedere a tutte le bonifiche eventualmente
necessarie.