Utilizzazione e assegnazione provvisoria: gravissima situazione per i docenti di ruolo della classe di concorso A046 nel Mezzogiorno.

22 Giugno 2023 - 09:39:08

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani,
come ogni anno, considera doveroso sottolineare l’intollerabilità della
situazione che verrà a crearsi in prospettiva delle utilizzazioni e
assegnazioni provvisorie in materia di mobilità.
Anche quest’anno, dopo otto anni dalla legge 107/2015, secondo una
facile previsione dei dati reperibili dagli uffici scolastici
provinciali delle regioni del Mezzogiorno, la classe di concorso A046 –
discipline giuridiche ed economiche avrà pochissimi posti a disposizione
nelle assegnazioni interprovinciali.
Sollecitiamo il Ministero dell’Istruzione e del Merito a prendere atto
del perdurare di tale emergenza e a intervenire urgentemente sulla
gravissima discriminazione cui sono sottoposti i docenti di ruolo della
classe di concorso. È veramente vergognoso verificare quanto la qualità
della vita e le problematiche relazioni familiari dei docenti fuorisede
A046 vengano deprivate e ignorate. Ricordiamo l’impatto economico
devastante per nuclei familiari, spesso monoreddito, di una condizione
lavorativa sempre più difficile. L’affitto elevato nelle città
universitarie suscita giustamente indignazione nell’opinione pubblica;
ma se un docente deve scegliere tra pagare una bolletta e tornare a
casa, magari per un problema personale, pare non importi a nessuno.
Neanche i caregiver vengono sottratti alla dimensione dell’esilio
permanente. Tenere bloccato il turnover sulla mobilità così a lungo non
è da Stato civile.
Se i docenti della classe di concorso A046 non riescono a tornare a casa
dipende da una politica scellerata tesa a falcidiare ovunque la materia,
difatti sminuendo i principi stessi della legalità e del rispetto delle
norme condivise. Siamo di fronte a un’emergenza sociale, in termini di
crisi dei valori; eppure Diritto ed Educazione civica continuano a
venire penalizzati.
Inoltre non si comprende perché, a parità di punteggio e di precedenze,
venga preferito il docente più anziano, a prescindere dall’autentico
servizio prestato. Il merito non dipende dall’anagrafe e l’anzianità di
servizio non coincide necessariamente con un’età più avanzata.
Anzi, molto spesso, chi, da giovane, ha cercato di realizzare le proprie
aspettative di lavoro, sacrificando i propri affetti, per anni lontano
dalla propria sede di residenza, si ritrova scavalcato in graduatoria da
chi, più attempato sicuramente, ha evitato troppi disagi, rimanendo a
casa sua.
Un esempio chiarirà meglio la questione: se un docente ha 50 anni e 20
anni di servizio e un altro docente ne ha invece 51 con 3 anni di
servizio, a parità di precedenze, verrà premiato l’ultimo.
Il CNDDU chiede che una simile distonia rispetto ai valori del merito e
dell’“apostolato professionale”, spesso menzionato e preteso quasi da
una certa frangia dell’opinione pubblica per la professione del docente,
venga corretta da nuove indicazioni e criteri da applicare già nella
mobilità 2023/2024. Chiediamo l’istituzione urgente di un comitato di
esperti presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito che possa
elaborare un piano strategico funzionale alla risoluzione delle
gravissime criticità rilevate da troppo tempo.