Presentata la prima bozza del Calendario Venatorio 2023/2024 , Il WWF Abruzzo presenta le proprie osservazioni: è necessaria maggiore attenzione per la fauna selvatica

26 Giugno 2023 - 17:20:49

Presentata la prima bozza del Calendario Venatorio 2023/2024

Il WWF Abruzzo presenta le proprie osservazioni: è necessaria maggiore
attenzione per la fauna selvatica

Periodi di caccia da rivedere, specie da escludere e maggiore
attenzione per le terre dell’orso marsicano, queste le principali
richieste dell’Associazione

Nei giorni scorsi è stata presentata in consulta, la prima bozza del
Calendario venatorio 2023/2024, documento redatto ogni anno dalla
Regione Abruzzo che disciplina l’attività di caccia sul nostro
territorio. Il calendario negli anni è migliorato sotto alcuni punti di
vista e rispetto all’intervento su alcune specie, grazie soprattutto
ai molteplici ricorsi del WWF e di altre Associazioni, tutti vinti, che
si sono susseguiti già dal 2009, ma continua a presentare criticità,
alcune delle quali si ripropongono ciclicamente. A tal proposito, il WWF
Abruzzo ha presentato le proprie osservazioni evidenziando alcune
importanti necessità di revisione. In estrema sintesi le richieste del
WWF Abruzzo sono:

* apertura generale della stagione venatoria il 1° ottobre senza
deroghe e giornate di pre-apertura;
* chiusura della caccia a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre;
* sospensione della caccia alla coturnice e all’allodola;
* maggiore attenzione per le aree di presenza dell’orso bruno
marsicano e per l’area contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio
e Molise;

* richiesta di richiamare il divieto di caccia nelle aree percorse da
incendi e quello di abbandono di cartucce.

L’Associazione ricorda, inoltre, che il calendario venatorio andrebbe
approvato, in base alla normativa vigente, entro il 15 giugno e invece
ad oggi è appena partito l’iter di discussione.

“Sono ben 8 le sconfitte giudiziarie che la Giunta Marsilio/Imprudente
ha collezionato dal 2019 a oggi (tra sentenze, ordinanze e decreti
cautelari da parte del TAR Abruzzo) – ricorda Claudio Allegrino,
coordinatore delle guardie del WWF Abruzzo – ma anche negli anni
precedenti la Regione Abruzzo aveva incassato sconfitte ai numerosi
ricorsi presentati dal WWF e da altre Associazioni ambientaliste, a
dimostrazione che quanto viene osservato è basato su evidenze concrete
e giuridicamente sensate.”

“Come ogni anno – continua Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo –
ci auguriamo che la Regione accolga le indicazioni presentate dal WWF
Abruzzo per rendere l’attività venatoria meno impattante sulla fauna
selvatica. Riteniamo sia necessaria una diversa impostazione di
confronto e mediazione da parte della Regione Abruzzo che non può
delegare questioni importanti e delicate come la gestione della fauna
alle sentenze del TAR, strada che ogni volta ci vediamo costretti a
percorrere. Dopo tutte le sconfitte accumulate non sarebbe ora che il
governo regionale smettesse di riproporre azioni dannose per
l’ambiente e sprecare i soldi dei contribuenti, ma decidesse di
tutelare la fauna, bene comune dei nostri territori, e non solo le
pretese dei cacciatori?”

Le osservazioni del WWF Abruzzo sul calendario venatorio in maggiore
dettaglio

* La prima richiesta è quella che viene reiterata ogni anno:
l’apertura generale della stagione venatoria al 1° ottobre, per tutte
le specie cacciabili, evitando ogni forma di apertura e di pre-apertura
a settembre. Nella proposta di calendario per la prossima stagione si
ripropongono le pre-aperture che qualche anno fa erano state eliminate
dalla stessa Regione Abruzzo: stante l’attuale programmazione si
potranno cacciare in alcune giornate di preapertura gazza, cornacchia e
ghiandaia (14 e 16 settembre) ed è prevista l’apertura generale a
settembre, 23 e 24 settembre per quaglia e fagiano e dal 17 settembre
per cornacchia, gazza, merlo e ghiandaia.

Le pre-aperture possono creare impatti negativi sulla fauna selvatica,
anche su quella non cacciabile, in quanto a settembre molte specie sono
ancora nella fase di cura della prole. L’apertura unica a ottobre,
inoltre, consentirebbe di ottimizzare la vigilanza venatoria (sempre
meno presente sul territorio a causa dello smantellamento delle Polizie
provinciali) e di ridurre il fenomeno del bracconaggio.

* Per la beccaccia e il colombaccio la Regione vuole estendere i
periodi di caccia a gennaio o addirittura a febbraio, per alcune
modalità di caccia. Il WWF chiede invece di chiudere la caccia a tutte
le specie di uccelli al 31 dicembre, secondo il principio di garanzia
della completa protezione delle specie.

* Si continua a consentire la caccia alla coturnice, specie per la
quale non si registra un miglioramento relativo allo status di
conservazione (la specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva
“Uccelli” 2009/147/EC e ha uno stato di conservazione sfavorevole in
Italia). La Regione Abruzzo ha un ruolo chiave per la salvaguardia della
coturnice sull’Appennino, pertanto l’unica concreta azione per la
tutela della coturnice dovrebbe essere la sospensione della caccia.

* Stessa situazione per l’allodola, una specie in stato di
conservazione sfavorevole con un calo della popolazione in Europa (SPEC
3; BirdLife International 2004; www.ebcc.info/index.php?ID=612 [1]) e in
assenza di adeguati piani di gestione o in presenza di piani di gestione
inefficacemente applicati, non si può pensare di prevedere un piano di
prelievo venatorio né possono essere sufficienti le limitazioni
inserite nella proposta di calendario venatorio. Si ritiene pertanto che
l’unica concreta azione per la tutela della specie è la sospensione
della caccia a questa specie.

* Per la tutela dell’orso bruno marsicano, il calendario venatorio
della Regione Abruzzo continua a dimenticare la presenza dell’area
contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: non solo
prosegue nell’utilizzo di una terminologia impropria, ma ancor più
grave, a cinque anni dall’approvazione dalla DGR n. 480/2018, omette
di predisporre tutti gli atti consequenziali all’istituzione
dell’area contigua previsti dalla legge quadro sulle aree protette che
risale al 1991, come la modifica del carico venatorio e la definizione
dei modi e dei tempi di caccia distinti. Il calendario venatorio
proposto inoltre non rispetta quanto previsto dal PATOM – Piano
d’azione sull’orso bruno marsicano (azione B5) che indica, per
l’area individuata di presenza della specie, l’utilizzo della
tecnica della girata e non quella della caccia in battuta,
indipendentemente dal numero di cani utilizzati.

* Nella proposta di calendario venatorio viene poi confermato il
raddoppio della distanza (da 50 metri a 100 metri) entro la quale si
può cacciare dalle rive dei laghi, degli argini in caso in cui il
terreno sia coperto in tutto o nella maggior parte di neve. Il WWF
chiede il ripristino di questo divieto dei 50 metri, senza limitazioni.

* La proposta di calendario indica come inizio consentito
dell’allenamento dei cani il 20 agosto. L’allenamento dei cani da
caccia, invece, non dovrebbe iniziare prima del mese di settembre, come
del resto indicato più volte dall’ISPRA. Ad agosto, infatti, è
necessario evitare l’allenamento e l’addestramento dei cani al fine
di contenere il disturbo alla fauna selvatica e la non rara uccisione
accidentale dei piccoli nati.

* Devono essere reintrodotti i divieti previsti dalla normativa
vigente e da sempre ricordati dal calendario venatorio come il divieto
di abbandono delle cartucce e il divieto di caccia sulle aree percorse
da incendi.

WWF Italia ONLUS, Abruzzo

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