30 Giugno 2023 - 23:00:00
di Martina Colabianchi
“Il fine e l’obiettivo della FP CGIL è stato e sarà sempre quello di tutelare e difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori, del Servizio Pubblico in generale e, data la natura confederale della scrivente categoria, di cittadine e cittadini di questa comunità“.
Inizia così il comunicato stampa di FP CGIL in risposta all’aspra replica della Asl 1 al sindacato in merito ai presunti mancati pagamenti delle trattenute ai dipendenti.
“L’accusa lanciata dall’organizzazione sindacale è solo l’ennesimo tentativo di screditare l’Azienda, composta da personale sanitario e amministrativo che ha risposto a un attacco informatico di enorme portata, causa di inevitabili disagi e rallentamenti, senza per questo venir meno agli impegni assunti nei confronti degli utenti. Per tali ragioni non sono ricevibili strumentali accuse aventi l’obiettivo di infangare la considerazione e il riguardo che questa Direzione strategica ha nei confronti dei propri dipendenti“, questi erano i toni.
“In merito all’inadempienza della ASL 1 riguardanti i mancati pagamenti delle trattenute per conto terzi del personale dipendente, in data 29.06.2023, è stata inoltrata formale diffida ad adempiere, rispetto alla quale attendiamo risposte formali e ufficiali e non mere dichiarazioni a mezzo stampa“, risponde la CGIL nella sua replica alla replica.
“Peraltro, abbiamo contezza che anche altre organizzazioni sindacali, nel legittimo interesse, a tutela ed in difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori, hanno avviato azioni simili nei confronti della richiamata ASL 1, pertanto non si comprendono le motivazioni (se non ragionando sul classico “due pesi e due misure”) per cui solo l’azione portata avanti dalla FP CGIL viene etichettata come “strumentale” e avente “l’obiettivo di infangare la considerazione e il riguardo che la direzione strategica ha nei confronti dei propri dipendenti” “.
“Entrando poi nel merito di quanto ulteriormente dichiarato sempre dalla ASL 1, – proseguono – le stesse affermazioni non fanno altro che confermare quanto riferito da questa Organizzazione Sindacale, ovvero l’inadempienza al pagamento nei confronti dei vari istituti di credito, ma anche di Enti Pubblici, rispetto a quanto trattenuto nelle buste paga di lavoratrici e lavoratori, infatti, non rileviamo da nessuna parte del comunicato aziendale, che sono stati effettuati i pagamenti dovuti, anzi, di contro, la direzione strategica non fa altro che comunicare che “ha provveduto a inoltrare specifica richiesta presso l’istituto di credito di appoggio affinché questi possa garantire il pagamento urgente delle trattenute in busta paga ai relativi creditori” “.
“Ciò significherebbe che, quantomeno fino alla data di pubblicazione del citato comunicato, nulla era stato già pagato! Alla data odierna, tantissime sono le segnalazioni, in aggiunta a quelle che ci erano già pervenute, di lavoratrici e lavoratori che continuano lamentare i citati mancati pagamenti, che sono stati segnalati loro esclusivamente dagli istituti di Credito, ma MAI dalla ASL 1“.
“Sarebbe bastato che la Direzione Strategica avesse portato a conoscenza dell’accaduto il personale dipendente, a cui tanto dichiara di tenere, ben prima che lo facessero gli Istituti di credito, scusandosi con loro ed impegnandosi a risolvere il problema, ma, ancora oggi, non si è a conoscenza di nessuna nota ufficiale della Direzione nei confronti del personale interessato“.
“Invece, di contro, la direzione si è preoccupata esclusivamente di accusare questa Organizzazione Sindacale di aver voluto strumentalmente infangare la medesima direzione e di tentare di screditarla. Qui gli unici che rischiano di essere screditati, saranno lavoratrici e lavoratori se verranno inseriti nei registri dei cattivi pagatori, i quali riceveranno sempre la nostra assistenza ed il nostro sostegno anche per l’avvio di azioni presso le Autorità competenti“.
“Questi, e solo questi, oggi sono i fatti – concludono. Il resto è solo un tentativo di una narrazione ben lontana dalla verità“.
Sulla questione interviene, tramite una nota, anche il Partito Democratico nelle persone di Stefano Albano, capogruppo del Partito democratico al Consiglio comunale dell’Aquila, i consiglieri comunali Stefano Palumbo e Stefania Pezzopane, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il segretario cittadino del Pd aquilano Nello Avellani e quello provinciale Francesco Piacente ed Eva Fascetti responsabile Pd per la sanità.
“La gestione della Asl provinciale dell’Aquila ha raggiunto un punto di non ritorno, un caso clamoroso di cui il sonnolento centrodestra – interessato alla sola costruzione del consenso pro domo sua – non si accorge o, peggio, non vuole accorgersi: l’azienda, dopo il caso dell’attacco hacker, non versa il quinto dello stipendio dei dipendenti alle banche! Un fatto che, da solo, basterebbe a chiedere scusa e a lasciare in silenzio l’incarico, ma abbiamo imparato a conoscere la presunzione del direttore generale e il suo attaccamento al potere e ci sembra persino superfluo, oramai, chiederne le dimissioni. Saranno le sedi opportune, ora, a ristabilire le regole dopo la diffida dei sindacati“.
“I dipendenti dell’azienda sanitaria – spiegano gli esponenti del Pd – rischiano, nel migliore dei casi, di dover pagare delle more o, peggio, di finire nel ‘libro nero’ del Sistema di informazioni creditizie come cattivi pagatori, considerando che la Asl ha trattenuto il quinto dello stipendio senza versarlo alle banche. Siamo davanti ad un atteggiamento disarmante, soprattutto a leggere il ‘bollettino’ quasi quotidiano che dirama l’azienda condito dal ritornello secondo cui ‘tutto va bene“.
“Stando a quanto denunciano dipendenti e sindacati, peraltro, sono state le banche ad avvertire del mancato pagamento delle rate di aprile e maggio, perché l’azienda – impegnata in quella che appare più come sterile propaganda che come comunicazione istituzionale, soprattutto di crisi – non si è neppure degnata di avvertire il personale“.
“Ma d’altra parte – rilevano gli esponenti del Pd in conclusione – a proposito di sensibilità nei confronti dei lavoratori, cosa aspettarsi da un’azienda che detiene il primato di lavoro precario in Abruzzo e che non sta pianificando il turnover per i prossimi anni e questo non può che preoccupare, considerando che 611 unità lavorative risultano avere una età compresa tra i 60 ed i 64 anni e 139 unità lavorative tra i 65 e 67 anni. Nel frattempo, proprio in questi giorni, la Asl della provincia di Chieti ha concluso le procedure di stabilizzazione per la bellezza di 624 precari tra infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di radiologia, medici, veterinari, farmacisti e psicologi“.