06 Luglio 2023 - 18:12:28

di Tommaso Cotellessa

Il Tribunale dell’Aquila ha annullato la revoca dell’Incarico di Direttore Generale della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila per Roberto Testa.

Ricordiamo che la revoca era stata imposta dalla Giunta Regionale con la delibera n.380 del 21 giugno 2021. Testa era stato nominato su indicazione di Fratelli d’Italia e si può legittimamente supporre che la decisione relativa alla sua “defenestrazione”, come la definirono le opposizioni, sia stata causata da problematiche interne alla maggioranza in particolare con la Lega, partito dell’Assessore alla Sanità Verì. A Testa è poi succeduto il Manager Ferdinando Romano attualmente in carica

La vicenda è ora destinata a riaprirsi dato che per il Giudice del Lavoro Giulio Cruciani, del Foro aquilano, le motivazioni poste alla base del provvedimento amministrativo di revoca dell’incarico sono assolutamente insussistenti.

Tale decisione del Giudice ha ovviamente scosso la politica regionale, con le opposizioni che sono intervenute attaccando duramente la maggioranza.

Il Partito Democratico dell’Aquila infatti ha definito l’episodio come “Una vera e propria mazzata, l’ennesima, per la Asl della provincia dell’Aquila.”

La domanda domanda che i Dem aquilani si pongono è di estrema concretezza “Chi pagherà ora il risarcimento del danno, presumiamo milionario, al manager Testa?” è nota infatti da diversi mesi a questa parte la difficile condizione in cui naviga la ASL1 tra attacchi hacker, spending review e mancanza di personale.

L’incapacità politica del centrodestra, le spaccature profonde di una maggioranza tenuta insieme dal solo interesse all’esercizio del potere, la voracità nella spartizione delle poltrone, graveranno sulle cittadine e i cittadini della provincia dell’Aquila” scrivono gli esponenti del partito “che già dovranno sopportare gli inevitabili tagli a prestazioni e servizi dovuti al buco di bilancio di oltre 66 milioni maturato per la disastrosa gestione del manager Romano, subentrato a Testa. Un fallimento dietro l’altro. Non staremo a guardare: interesseremo immediatamente la Corte dei conti, trattandosi di un evidente danno erariale.”

Inoltre nella nota i Democratici tornano a chiedere al presidente della Giunta regionale Marsilio e all’assessore Verì di assumersi la responsabilità politica dello stato in cui versa la sanità della provincia dell’Aquila, ed estendono la loro richiesta al sindaco dell’Aquila, nonché presidente del Comitato ristretto dei sindaci, Pierluigi Biondi, rimasto fino ad oggi in silenzio sulla vicenda.

I Dem incalzano la maggioranza ad intervenire affermando che ormai si è giunti ad un punto di non ritorno, la domanda che si leva dalle file del principale partito del centro-sinistra è chiara “Cosa altro deve accadere per ribellarsi a quanto sta accadendo?

“Non bastano le difficoltà di un personale ridotto all’osso, i mancati investimenti in nuove tecnologie, le liste d’attesa oramai insostenibili, il rischio di chiusura dei Nuclei di cura primaria, la sconcertante decisione di localizzare l’unica Casa di comunità dell’Aquila all’ospedale San Salvatore con l’ipotesi di realizzare parcheggi in project financing che saranno gestiti da privati, la mancata attivazione del 118 nel poliambulatorio di Bazzano-Paganica? Non basta l’incapacità mostrata nella gestione dell’attacco hacker, con i dati di personali di migliaia di cittadini resi pubblici sul web e con il collasso delle prestazioni, col rischio di richieste di risarcimento per migliaia e migliaia di euro e con lo spettro di una multa milionaria dall’autorità garante della privacy? Non si può assistere in silenzio al dissesto della sanità pubblica sul nostro territorio. E’ tempo di mobilitarsi con ancora più forza. Il Partito democratico farà la sua parte” Così si conclude la nota.

Anche Giorgio Fedele, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, commenta quanto accaduto:

Ennesimo esempio di pessima gestione delle risorse, anche umane, da parte del centrodestra. Non possiamo definire altrimenti l’annullamento della delibera di revoca del Direttore Testa da parte del tribunale dell’Aquila. Questo, purtroppo, accade quando le nomine e le revoche vengono eseguite esclusivamente sulla base di equilibri partitici“.

La gestione Testa della Asl1 – incalza il 5 Stelle – è stata, a mio avviso, un totale fallimento dall’inizio, come dimostrano i fatti. Ma il centrodestra, alla guida della Regione, ha voluto revocare il mandato solo quando è convenuto agli equilibri interni e quindi con modalità e tempi che sono stati contrastati dal tribunale dell’Aquila e per i quali, molto probabilmente, si aprirà un contenzioso legale che i cittadini dovranno pagare di tasca propria, attraverso le risorse pubbliche di Asl e Regione“.

“Del resto non è la prima volta che accade, gli abruzzesi stanno già pagando altri contenziosi generati dalle scelte errate di questo centrodestra: tutte risorse sottratte agli investimenti in termini di personale, strumentazioni e servizi.  Ad aggravare lo scenario è la consapevolezza che la revoca del Direttore Testa, e la successiva nomina del Direttore Romano, non hanno portato nessun beneficio all’offerta sanitaria locale. Anzi, l’attuale direzione ha dimostrato di essere in continuità con la precedente nella fallimentare gestione della Asl1. Basti pensare alla vergognosa conduzione della crisi generata dall’Attacco Hacker e alle numerose criticità mai sanate in merito al servizio sanitario del nostro territorio, che hanno portato Regione Abruzzo ad avere una sanità a due velocità in cui i cittadini e il personale della provincia dell’Aquila sono costretti ad avere un servizio di serie B, rispetto a quelli di altre province abruzzesi”.

Pertanto ciò a cui oggi stiamo assistendo è lo svilente spettacolo di un centrodestra che sembra avere come fine ultimo quello di sistemare gli equilibri interni alla coalizione e nulla più. Se pensiamo che dopo quasi 5 anni di legislatura il centrodestra ha cambiato 4 direttori generali, due facenti funzione e due nominati, appare evidente che qualcosa non torna nell’assegnazione degli incarichi. Mi auguro – conclude – che questa gestione della cosa pubblica diventi presto un ricordo e che i cittadini scelgano di percorrere un’altra strada rispetto a quella che ha visto l’Abruzzo precipitare su più fronti negli ultimi quattro anni e mezzo“.

A dichiarare in merito è anche Americo Di Benedetto, Consigliere regionale dell’Abruzzo:

Avevo già comunicato la mia posizione riguardo la delibera di Giunta regionale che nel 2021 portava alla revoca dell’incarico di Roberto Testa alla guida della Asl 1. È di ieri la notizia che il Giudice del Lavoro annulla la revoca per “atti assumibili alla responsabilità del Direttore Generale e per mancato esercizio della diligenza dovuta nell’esecuzione contrattuale”, perché le accuse sono ritenute insussistenti.
Era presumibile che il Manager Testa, rimosso anzitempo dal suo incarico, peraltro con un provvedimento che manifestava ipotesi di illegittimità per mancanza di valide motivazioni, avrebbe impugnato in sede giudiziaria l’atto, con il rischio di esborso di ingenti somme a carico delle casse regionali in caso di soccombenza dell’Ente
“.

Nel giugno 2021 – continua – individuavo che il vero problema della sanità abruzzese in tempi di pandemia non fosse riconducibile all’operato di Testa bensì ad una manovra politica per salvaguardare i sottili equilibri di potere tra le forze interne del centro-destra. Le stesse forze politiche che all’inizio lo avevano designato come dirigente dell’Azienda Sanitaria Aquilana per il suo alto profilo e la sua esperienza nel campo manageriale della sanità“.

Era già sotto gli occhi di tutti, infatti, come la revoca fosse l’ennesimo improvvido tentativo di nascondere le incapacità gestionali del Governo Regionale sull’emergenza sanitaria allora in atto scaricandole pretestuosamente sui vertici Asl dopo due anni e più di colpevole latitanza.»
Così il Consigliere regionale Americo Di Benedetto in una nota sull’annullamento della revoca del manager A.S.L. Testa.

Scientemente non si volle attendere la verifica di metà mandato dei Manager delle A.S.L. abruzzesi che avrebbe messo il Governatore nella scomoda posizione di porre sullo stesso piano di giudizio tutti i nominati piuttosto che sostituire il solo Testa e difendere indirettamente l’operato dei rimanenti, sebbene anche loro versavano nelle sue stesse condizioni rispetto agli adempimenti Covid. Nell’incauta decisione della Giunta Marsilio pesava, poi, il non aver coinvolto il Comitato ristretto dei Sindaci del territorio provinciale dal cui parere si può prescindere solo in casi di particolare gravità e urgenza, i quali non erano motivati né ravvisabili in quel caso specifico (era trascorso abbondantemente un mese fra le controdeduzioni del Manager e il provvedimento di revoca dello stesso, tempo congruo per rendere edotti i rappresentanti del territorio provinciale che sovraintendono al buon andamento della Sanità dell’importante azione revocatoria che si aveva intenzione di porre in essere) ciò quindi in palese violazione dell’art. 2, comma 5, del D.L. n. 171/2016 in materia di Dirigenza sanitaria“.

Si è rimosso Roberto Testa con il rischio, ora diventato realtà, di doverlo retribuire fino alla fine del mandato previsto per quest’anno, con il risultato di avere avuto nei mesi successivi al Covid l’intera struttura della Asl n.1 sotto tensione e una spesa aggiuntiva sulle spalle dei contribuenti abruzzesi. L’annullamento della revoca di Testa è quindi – conclude – la dimostrazione ufficiale di quanto a questa maggioranza di centro-destra interessino poco le necessità delle persone e la qualità della sanità, ma più l’equilibrio politico delle forze interne alla propria coalizione, dove i cittadini rimangono spettatori sfiduciati e impotenti dinanzi a queste continue “prove di forza”“.