12 Luglio 2023 - 19:30:38

di Martina Colabianchi

Tutto pronto per un altro rilevante evento della rassegna “I Cantieri dell’Immaginario”. Questa sera è il turno di Alessandro Preziosi che, alla Scalinata di San Bernardino, porterà in scena lo spettacolo teatrale “Le Idi di marzo – Frammenti dal Giulio Cesare di William Shakespeare” di Tommaso Mattei.

Storia, musica, dramma, stupore attraverso i punti di vista dei quattro protagonisti Cesare, Marco Antonio, Cassio e Bruto; una storia agita in nome dell’ambizione e del potere. Cassio e Bruto agiscono per il bene della Patria o per segreti rancori? Marco Antonio è solo l’amico leale di Giulio Cesare, o è un abile manipolatore che, attraverso la retorica, riesce ad avere l’appoggio del popolo romano, in un momento in cui sembra davvero impossibile. Fuoriuscendo prepotentemente da quella damnatio memorie cui gli eventi succedutisi alla più famosa congiura della storia lo hanno condannato, ripercorre insieme al pubblico i tragici fatti e le devastanti emozioni di cui è stato protagonista e testimone fino proprio a quell’orazione funebre rimasta nella storia del teatro, che sfruttando il testamento di Cesare in cui nomina propri eredi tutti i cittadini di Roma compie l’impossibile: riconquistare il favore del popolo, che ora si scaglia contro i cospiratori. La conclusione è talmente vibrante da sembrare paradossale. Il male che gli uomini compiono si prolunga oltre la loro vita, mentre il bene viene spesso sepolto assieme alle loro ossa.

Alessandro Preziosi non è certo nuovo a L’Aquila, città nei cui confronti prova un sentito affetto certamente ricambiato, essendo stato in passato Direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo.

Il contesto mi ricorda quando ero direttore del Teatro, fu un’iniziativa che doveva portare il teatro alla gente, in luoghi non teatrali afferma l’attore. È un’emozione enorme vedere questa scalinata rivestita di sedie, di attenzione, di ascolto. È bello vederlo vuoto, penso a quanto sia suggestivo vederlo riempito. Questo spettacolo è l’occasione per riportare in modalità moderna e contemporanea un testo che raramente lo si può immaginare di facile approccio popolare, invece l’adattamento fatto, cioè Giulio Cesare dal punto di vista di Marco Antonio, potrebbe aiutare lo spettatore a sintonizzarsi su quelle che sono le grandi tematiche di questo dramma shakespeariano“.

All’Aquila ero già tornato a Marzo con uno spettacolo su Totò al Ridotto e non posso dire che sia sorprendente la sua rinascita, perché sono passati troppi anni per dire “è sorprendente”. Come quando levi il gesso a una persona che si è fatta male al braccio, è certo che deve fare fisioterapia. La fisioterapia con la quale è stata riportata alla luce L’Aquila è stata molto faticosa, difficile politicamente, sempre molto complessa dal punto di vista di tutte le operazioni che burocraticamente, sappiamo, hanno piegato L’Aquila e tante altre realtà traumatizzate dal terremoto. Ciò che vedo, invece, è la grande presenza di aquilani che è ciò che mi conforta di più, perché la città nella sua ri-genesi ha bisogno di tempi più lunghi, invece gli aquilani hanno avuto una convalescenza molto più rapida di quello che mi aspettavo“.