17 Luglio 2023 - 09:34:40
di Tommaso Cotellessa
Un po’ interprete, un po’ musa, Ute Lemper, regina dei palcoscenici di tutto il mondo da Berlino a Broadway, da Londra a Parigi, arriva all’Aquila, martedì 18 luglio, alle 21,30, con I Solisti Aquilani, diretti da Mario Corvini, con lo spettacolo “From Berlin to Broadway”. Sono pochi gli artisti in grado di conquistare il pubblico per versatilità e personalità, sono rari poi quelli che riescono a cogliere le tinte più forti del passato e del presente creando esperienze artistiche dal sapore innovativo e particolarmente raffinato.
La carriera di Ute Lemper è sconfinata. Ha lasciato il segno sul palcoscenico, nei film, in concerto come artista unica, registrando più di trenta dischi in quaranta anni di carriera. È stata universalmente elogiata per le sue interpretazioni di Berlin Cabaret Songs, le opere di Kurt Weill e Berthold Brecht e le Chansons di Marlene Dietrich, Edith Piaf, Jacques Brel, Léo Ferré, Jacques Prevert, Nino Rota, Astor Piazzolla. Applauditissime le sue interpretazioni in musical e spettacoli teatrali a Broadway, a Parigi, Berlino e nel West End di Londra.
Inoltre l’attività dei Solisti prevede altri, numerosi, appuntamenti fuori regione, dal nord al sud del Paese. Dopo l’appuntamento all’Aquila con la star Ute Lemper, sarà la volta di Salò. Sabato 22 luglio, alle 21,30 in piazza Duomo, l’orchestra si esibirà con i fratelli Massimo e Alessandro Quarta al violino, diretti da Simonide Braconi. Una coppia di grandi violinisti, legati dal sangue e dal talento ma divisi dai percorsi stilistici intrapresi in questi anni.
Un salto di oltre 1.200 chilometri e martedì 25 luglio (alle 21,15 alla Villa comunale) l’appuntamento è a Taormina Arte, dove I Solisti Aquilani con Daniele Orlando, interpreteranno Mozart e Vivaldi per “Una Nuova Stagione” un concerto dove, alla introduzione della Eine kleine nachtmusik di Mozart seguono un video (qui il link: https://youtu.be/FxMJefnA1A8) sulle Quattro stagioni di Vivaldi e l’esecuzione del celebre concerto tratto dall’opera 8, Il cimento dell’armonia e dell’inventione. Il progetto “Una Nuova Stagione” nasce dalla necessità di riflettere e far riflettere sul ruolo dell’uomo all’interno dell’ambiente, offrendo così al pubblico una chiave interpretativa che va oltre una tradizionale esecuzione. Vivaldi descrive, con i suoi sonetti e la sua musica, una natura incontaminata. Ben diversa è l’amara visione di come la Natura sia stata ridotta da un intervento dell’uomo spesso troppo invasivo. Questa interpretazione offre un “chiaroscuro” sonoro: da un lato la natura per come era, e dall’altro come quella che abbiamo troppo spesso di fronte ai nostri occhi: violata.
«Ancora Vivaldi. Ancora Le Quattro Stagioni. Per dire quello che non è stato ancora detto. Per suonarle come non sono state ancora suonate», spiega Maurizio Cocciolito, direttore artistico dei Solisti Aquilani, «L’occhio del mondo come contenitore asettico per leggere la vita nello scorrere del tempo, le conquiste, le catastrofi, le meraviglie, le aberrazioni, scandite dal succedersi delle stagioni, impassibili ma sofferenti, a registrare i cambiamenti climatici e sociali. Così muta il volto del mondo, così cambiano gli uomini. Così l’occhio che guarda, appannato da una retina distaccata che registra stancamente e malinconicamente progresso e regresso, evoluzione e involuzione. Quando uscì la prima edizione a stampa delle Stagioni era il 1725. Vivaldi viveva a Venezia, aveva 47 anni, era famoso, un perfetto interprete dello spirito dell’epoca e della cosiddetta “musica a programma” che voleva raccontare e descrivere la natura nell’avvicendarsi dei mesi. Tre secoli di ininterrotto successo nelle sale da concerto di tutto il mondo, analisi e dibattiti sulla opportunità̀ di esecuzioni filologiche o alternative, revisioni critiche e inchiostro a fiumi, fino ai Solisti Aquilani e al loro primo violino, Daniele Orlando, interprete sublime, che si appropriano del capolavoro vivaldiano, lo rendono un gioiello musicale originalmente interpretato e si apprestano ora ad arricchirlo di un significato ulteriore che travalica la musica pur rispettando la sua dimensione circolare di punto di partenza e di arrivo».