19 Luglio 2023 - 18:02:05

di Martina Colabianchi

Una donna di mezz’età, originaria di Pescasseroli, è stata arrestata per atti persecutori nei confronti di un agente di polizia penitenziaria che aveva conosciuto in un sito d’incontri online.

La pena comminata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, prevede nove mesi di reclusione, 5 mila euro di provvisionale, risarcimento da liquidare in sede civile e pagamento delle spese processuali.

I due, lui originario di Sulmona e in servizio a Parma e lei di Pescasseroli, dopo circa due mesi di conoscenza virtuale avevano deciso di vedersi di persona dandosi il primo appuntamento il 3 agosto 2016 a Pescasseroli. Da quell’incontro scaturì una breve frequentazione di circa venti giorni. Una storia lampo che, per volere dell’uomo, non era approdata in qualcosa di più solido o in una relazione sentimentale.

L’imputata, non accettando il rifiuto, avrebbe iniziato a quel punto l’escalation di condotte vessatorie, fingendosi perfino incinta pur di convincere l’agente a tornare sui propri passi. Secondo l’accusa, inoltre, la donna avrebbe provocato un perdurante stato d’ansia all’agente, costringendolo a modificare il proprio stile di vita nonché a cambiare utenza telefonica a causa dei continui e ripetuti messaggi. La stessa avrebbe, poi, inseguito l’amato del sito online fino a Parma, ovvero nei suoi luoghi di lavoro. Una situazione divenuta insostenibile che costrinse il penitenziario a tutelarsi e sporgere querela. Da qui la condanna e la pena sospesa.