29 Luglio 2023 - 11:24:35
di Martina Colabianchi
Il festival “L’Aquila città del libro” è iniziato ieri, ma non si placano le polemiche politiche e tanti sono ancora gli interrogativi che giungono dai banchi della minoranza.
È tornato a riunirsi stamattina, nella sala Sandro Spagnoli di palazzo dell’Emiciclo, il Consiglio comunale dell’Aquila e, proprio in apertura di seduta, è stata posta l’interrogazione, presentata del consigliere Simona Giannangeli de L’Aquila Coraggiosa e altri, riguardante la richiesta di chiarimenti in merito alla vicenda.
“Nello scorso Consiglio comunale avevo presentato un’interrogazione urgente su come si fosse arrivati a elargire 20.000 euro di denaro pubblico ad un festival che, di letterario, ha molto poco – spiega Giannangeli. Abbiamo poi appreso, infatti, che non ci sono autori e autrici, non ci sono libri. In realtà è un festival a uso e consumo di Fratelli d’Italia, tutto gratuito: dall’affissione, alle sedie, alla pubblicità. È un atto gravissimo perché ritengo che il denaro pubblico vada impiegato per esperienze, anche di tipo letterario e culturale, che abbiano una ricaduta effettiva sulla città“.
“Mi sembra strano che sia stata individuata un’associazione, denominata Castelli di Carta con sede a Voghera, – continua – di cui in realtà non si sa nulla, basta fare una ricerca su internet per capire che questa associazione sedicente culturale sembra non esistere. Quindi, gli interrogativi che porrò oggi di nuovo saranno questi: come e perché è stata individuata questa associazione? Come è stato possibile che il comune abbia impiegato 20.000 euro di risorse pubbliche per un festival che, ripeto, non solo non ha cifra di letterarietà, ma appare sempre di più essere un festival di Fratelli d’Italia?“.
Pronta la replica del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che così ha difeso il patrocinio del Comune all’evento:
“C’è stata una richiesta che, secondo il regolamento, era ammissibile, c’è una scelta politica da parte della giunta di deliberare in tal senso. Dovranno rendicontare le somme, non è un contributo dato, quindi, in anticipazione. Mi sembra davvero singolare questa volontà di decidere cosa sia cultura e cosa no, cosa si debba fare e cosa abbia diritto di essere rappresentato, detto, scritto e cosa no. È il contrario della democrazia sancita dalla Costituzione che a parole si dice di voler difendere, ma che nei fatti si viola costantemente“.