01 Agosto 2023 - 22:15:00
di Beatrice Tomassi
Nel fine settimana passato, la manifestazione “L’Aquila Città del Libro” ha portato in città numerosi ospiti, personaggi politici afferenti a partiti di destra e autori della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound.
Sorge da qui il timore degli esponenti del Pd che Festival e Rassegne culturali vengano egemonizzate dalla destra, diventando momenti di propaganda finanziati, però, con fondi pubblici (per la manifestazione in questione, stiamo parlando di 40mila euro, 20 della Regione Abruzzo e 20 del Comune dell’Aquila).
Gusto ieri i dem Stefano Albano e Nello Avellani hanno denunciato come la rassegna sia “un festival dalla chiara matrice ideologica”, che porta L’Aquila a “diventare una sorta di laboratorio politico per la destra italiana”.
E dunque, oggi, il Palazzetto dei Nobili ha fatto da sfondo all’incontro pubblico “Cultura libera tutte/i. Per resistere alla regressione democratica” promosso dal Partito Democratico aquilano e al quale hanno partecipato Sandro Ruotolo, giornalista e membro della segreteria nazionale del PD con delega alla cultura e Valerio Renzi, giornalista di Fanpage.it che, per primo, ha denunciato a livello nazionale la vicenda di “L’Aquila Città del Libro”, definendola, nel suo articolo, una “festa d’area politica camuffata da evento culturale di interesse generale”.
Per Ruotolo si tratta di una “destra che vuole comandare e non governare, che ha bisogno di riscrivere la storia dalla parte degli sconfitti del 25 aprile. Occupano cultura e informazione, con una spavalderia, un’insolenza, una brutalità che non si sono mai viste. Il loro è in realtà un percorso studiato persino scientificamente, contano su di esso per continuare a evitare di fare i conti con l’estremismo, il cui contributo per arrivare e per conservare il potere questa destra non l’ha mai rinnegato. Per quanto riguarda il Festival del Libro, sindaco e Presidente di Regione devono rendere conto di avere finanziato una manifestazione politica, di un’area politica di estrema destra, camuffata da culturale. È insopportabile”.