02 Agosto 2023 - 16:35:24
di Martina Colabianchi
Una delegazione del Partito Democratico si è recata, questa mattina, all’Ospedale San Salvatore e, nello specifico, davanti al Pronto Soccorso, al Cup e al centro prelievi, per mettere in luce le fragilità, ritenute ormai insostenibili, della Asl 1 a guida del manager Ferdinando Romano.
Non è la prima volta che, dal celeberrimo attacco hacker che ha colpito i sistemi informatici della Asl lo scorso maggio, il partito si reca dinnanzi al presidio ospedaliero per denunciare le criticità che interessano la sanità locale che, nel tempo intercorso dall’ultima visita, non sembrano essere diminuite, con una importante ricaduta su lavoratori e lavoratrici del settore e sui cittadini tutti.
“Un buco nel bilancio di oltre 66 milioni di euro, – si legge nel duro comunicato a firma Pd – maturato per incapacità amministrativa e gestionale della dirigenza della Asl1 e che dovrà essere ripianato tagliando ancora su servizi e prestazioni; una carenza drammatica di personale, strutturale e accompagnata dal ricorso al precariato come unica forma di reclutamento; mancati investimenti in tecnologia; liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni specialistiche, ospedaliere e dei poliambulatori distrettuali, oramai insostenibili; inerzia gestionale sull’edilizia sanitaria, con l’Ospedale regionale San Salvatore che necessiterebbe di investimenti certi e risulta, invece, assolutamente penalizzato nel riparto delle risorse“.
“Per non parlare dello smantellamento costante della sanità territoriale con i Nuclei di Cure primarie destinati alla chiusura vista la volontà di non sostituire i medici di famiglia andati in pensione, e con l‘incomprensibile decisione del management della ASL di localizzare l’unica Casa di comunità dell’Aquila all’interno dell’ospedale, col rischio, tra l’altro, che senza una puntuale programmazione delle risorse resti una scatola vuote di servizi e personale“.
“In questi mesi, la gestione della Asl 1 ha raggiunto un punto di non ritorno; i problemi si sono sommati e stratificati per precise responsabilità del manager dell’azienda, Ferdinando Romano, e della direzione strategica, nel silenzio complice, e colpevole, del presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e dell’assessora alla salute Nicoletta Verì“.
“E la situazione di vera e propria emergenza – continuano – è acuita dall’attacco hacker subito dall’azienda che, oltre le rassicurazioni di rito, non è stato affatto risolto, anzi; i problemi per l’utenza sono quotidiani, i medici sono costretti a lavorare in condizioni critiche e ci sono difficoltà enormi persino nel reperimento dei materiali di prima necessità. Si registrano caos e ritardi nelle prenotazioni di visite e analisi, i risultati spariscono dal sistema danneggiato: succede ancora oggi, con pazienti che denunciano di non poter avere i video delle Tac o di altre analisi fatte una settimana fa“.
“Per questo, il Partito Democratico dell’Aquila continua nella sua mobilitazione di denuncia per sensibilizzare rispetto al rischio, concreto, di sfaldamento del diritto universale alla salute a vantaggio della sanità privata. Non è possibile che possa curarsi soltanto chi ha le risorse per rivolgersi al privato; non è accettabile dover attendere anche 9 mesi per una mammografia, 1 anno per una visita allergologica ad un bambino, 4 mesi per una risonanza magnetica. Non è accettabile che ci possano volere anche 4 mesi per avere i risultati di una biopsia, non è accettabile che per un ecocardiogramma bisogna aspettare il 2024, 1 anno per una gastroscopia”.
“Questo è lo stato della sanità pubblica in provincia dell’Aquila, – concludono – di questo continueremo ad occuparci fino a che non avremo risposte concrete, al fianco delle persone e fino a che non ci sarà una piena assunzione di responsabilità politica e amministrativa con l’uscita di scena del manager e della direzione strategica“.