Paolo Romano sul progetto esecutivo del Dopo di Noi: "Un’altra scatola vuota"
02 Agosto 2023 - 19:17:26
È stato pubblicato il progetto esecutivo relativo alla realizzazione di
quello che sarebbe dovuto diventare il Dopo di Noi di Via Antinori.
Sembrerebbe una buona notizia, ma come è accaduto per il Piano di
Abbattimento delle barriere architettoniche, si tratta solo della
realizzazione di un’altra scatola vuota che l’amministrazione offre alle
famiglie che vivono la disabilità. Quello che verrà realizzato infatti
sarà un Centro Diurno inclusivo che fa presupporre che stiano avendo la
meglio i detrattori del progetto originario di Via Antinori.
Per il Dopo di Noi, infatti, manca ancora un’idea di vocazione e di
attuazione. Chi come me si occupa di politiche sociali sa bene che le
richieste che giungono dalle famiglie aquilane sono rivolte all’alta
intensità a forte valenza socio sanitaria, dunque per le disabilità
gravi e gravissime; l’assessore Tursini invece, intende attivare a via
Antinori una specie di Centro Diurno che è ben altra cosa. C’è da
sottolineare come persino l’offerta per la bassa intensità rivolta alle
persone disabili autosufficienti, presente nelle strutture di via
Filomusi Guelfi inaugurate nel 2022, faccia registrare quelle strutture
ancora vuote.
Senza una seria programmazione e soprattutto senza una attività in
sinergia con la ASL, che a quanto pare si vuole proteggere tenendola a
distanza dalle mie richieste di convocazione in Commissione, avremo in
città altri appartamenti vuoti, mentre le famiglie che hanno una persona
disabile grave al loro interno, continueranno a soffrire per la mancanza
di servizi e prospettiva. Per capire quanto le persone disabili vengano
lasciate sole basterebbe sapere che non hanno pagati gli assegni di cura
da ben due anni. L’assegno di cura non è una misura di sostegno al
cittadino bisognoso, non è un favore elargitorio, è una misura di
diritto, imprescindibile affinché le famiglie possano investire sulle
strumentazioni, sull’assistenza e sui servizi alle persone disabili che
ne fanno parte. La buona politica ha il dovere di utilizzare ogni
strumento, con coraggio e senso del dovere, per risolvere le
problematiche che bloccano le risorse della disabilità, si chiamino
assegni di cura, Vita indipendente o Durante e Dopo di noi. Spero che il
rinvio della Terza commissione sulla disabilità e quello della Seconda
commissione su barriere architettoniche, non siano l’ennesima prova di
lassismo per “tirarla fino a settembre”, sarebbe gravissimo.
quello che sarebbe dovuto diventare il Dopo di Noi di Via Antinori.
Sembrerebbe una buona notizia, ma come è accaduto per il Piano di
Abbattimento delle barriere architettoniche, si tratta solo della
realizzazione di un’altra scatola vuota che l’amministrazione offre alle
famiglie che vivono la disabilità. Quello che verrà realizzato infatti
sarà un Centro Diurno inclusivo che fa presupporre che stiano avendo la
meglio i detrattori del progetto originario di Via Antinori.
Per il Dopo di Noi, infatti, manca ancora un’idea di vocazione e di
attuazione. Chi come me si occupa di politiche sociali sa bene che le
richieste che giungono dalle famiglie aquilane sono rivolte all’alta
intensità a forte valenza socio sanitaria, dunque per le disabilità
gravi e gravissime; l’assessore Tursini invece, intende attivare a via
Antinori una specie di Centro Diurno che è ben altra cosa. C’è da
sottolineare come persino l’offerta per la bassa intensità rivolta alle
persone disabili autosufficienti, presente nelle strutture di via
Filomusi Guelfi inaugurate nel 2022, faccia registrare quelle strutture
ancora vuote.
Senza una seria programmazione e soprattutto senza una attività in
sinergia con la ASL, che a quanto pare si vuole proteggere tenendola a
distanza dalle mie richieste di convocazione in Commissione, avremo in
città altri appartamenti vuoti, mentre le famiglie che hanno una persona
disabile grave al loro interno, continueranno a soffrire per la mancanza
di servizi e prospettiva. Per capire quanto le persone disabili vengano
lasciate sole basterebbe sapere che non hanno pagati gli assegni di cura
da ben due anni. L’assegno di cura non è una misura di sostegno al
cittadino bisognoso, non è un favore elargitorio, è una misura di
diritto, imprescindibile affinché le famiglie possano investire sulle
strumentazioni, sull’assistenza e sui servizi alle persone disabili che
ne fanno parte. La buona politica ha il dovere di utilizzare ogni
strumento, con coraggio e senso del dovere, per risolvere le
problematiche che bloccano le risorse della disabilità, si chiamino
assegni di cura, Vita indipendente o Durante e Dopo di noi. Spero che il
rinvio della Terza commissione sulla disabilità e quello della Seconda
commissione su barriere architettoniche, non siano l’ennesima prova di
lassismo per “tirarla fino a settembre”, sarebbe gravissimo.
Paolo Romano – L’Aquila Nuova