30 Agosto 2023 - 16:25:35
di Martina Colabianchi
“È da tempo che denunciamo l’esistenza e la gravità di una vera e propria “questione Marsica”, determinata più che dalla cronica, dalla scientifica disattenzione della filiera di Fratelli d’Italia, dal governo nazionale a quello regionale, nei riguardi di questa centralissima, a cominciare dal punto di vista economico, area abruzzese. Ma credo che le notizie di queste ore vadano persino al di là del comune senso del pudore“.
A dichiararlo è Michele Fina, senatore del Partito Democratico, dopo la notizia dell’esclusione del Fucino dagli aiuti economici concessi dal Governo nazionale alle aree maggiormente danneggiate dagli eventi meteorologici estremi di maggio e giugno scorsi.
“Scegliere di non dare nemmeno un euro, – continua Fina – nell’ambito di una procedura istruita dalla Regione che approda a Palazzo Chigi, per ristorare anche solo in minima parte i gravi danni subiti da un territorio come quello del Fucino che, riferendosi solo all’agricoltura, è strategico per l’economia non solo dell’Abruzzo ma di tutto il Paese, è più che sintomo, è prova e conferma di un accanimento. Si somma al blocco totale dell’iter per la realizzazione dell’impianto irriguo – un pasticcio di portata epocale, visto che si è riusciti, o si è voluto, annullare i finanziamenti ottenuti dalla precedente Giunta regionale – al collasso del tribunale di Avezzano, appeso a una mini – proroga e all’assoluta inconsistenza degli atti legislativi approvati per fare fronte all’emergenza personale, alla situazione critica in cui versa la sanità, tra denunce di disservizi che sono state la costante della gestione di questi anni e il grave declassamento subito dall’ospedale di Tagliacozzo”.
“La questione marsicana è da tempo all’attenzione del nostro partito, che nei mesi scorsi ha costituito un coordinamento territoriale di sindaci. Un utile contributo per lavorare per invertire la tendenza: che passa in questa fase, è evidente, dall’assoluto dissenso e dalla battaglia contro le scelte di questa amministrazione regionale e di questo governo, un impegno di convinta opposizione a cui partecipo in sede parlamentare“, ha concluso.
“Il Governo ha escluso il Fucino e l’intera provincia dell’Aquila dagli aiuti concessi dalla dichiarazione dello Stato di Emergenza a seguito degli eventi metereologici di maggio e giugno scorsi. È il sintomo evidente della totale disattenzione del Governo al nostro territorio e alle richieste avanzate da sindacati, associazioni di categoria e Enti Locali“. Così, in una nota, si sono espressi nel merito anche Pietrucci e Natalini (Pd).
“Il Decreto degli interventi deliberati dall’ultimo Consiglio dei Ministri per le prime misure urgenti per fronteggiare i danni delle piogge torrenziali è incompleto: mancano i territori della Marsica e del Fucino con i danni subiti nel comparto agricolo e più in generale l’intera provincia dell’Aquila. Siamo una delle zone più colpite. Nello specifico di Celano ricordiamo la violenta grandinata e il nubifragio del 2 giugno scorso, con ingenti danni, frane, strade allagate e addirittura l’evacuazione di 15 persone da due palazzine gravemente danneggiate. In quella occasione l’intera città è finita sott’acqua con pesanti danni economici e patrimoniali per cittadini e imprese“.
“Ma oltre l’emergenza, – proseguono – resta irrisolto il rimborso alle imprese e ai lavoratori: le promesse e i sopralluoghi per accertare i danni nei territori non hanno portato a nulla e bisogna trovare una strada concreta per aiutare chi sta ancora contando i danni. Serve per questo – come chiedemmo già il 4 giugno scorso – una dichiarazione di Stato di Calamità. Per quanto riguarda l’agricoltura del Fucino e dell’area dei Piani Palentini i danni stimati dalla stessa Regione calcolano una perdita netta del 60% per il settore cerealicolo, 60% per le patate, 50% per le carote, 40% per frumento e orzo, 80% per la vasta gamma degli ortaggi (insalata, radicchio, finocchi, sedano, spinaci, cavoli, pomodori) con una perdita del potenziale produttivo compresa tra il 30 e il 70%“.
“Servono dunque rimborsi e tutele per tutta la filiera e che comprenda anche i lavoratori, che hanno subìto una riduzione delle giornate lavorative, con conseguenze economiche pesanti. Centinaia di lavoratori per lo più magrebini hanno visto ridursi drasticamente le giornate lavorative nei campi e il salario con gravi danni previdenziali e una riduzione dell’indennità di disoccupazione che richiederanno per l’anno in corso: una emergenza occupazionale e salariale che va affrontata con il sostegno al reddito e alla previdenza attraverso la disoccupazione agricola che lo Stato di Calamità può assicurare”.
“L’impegno delle organizzazioni di categorie, delle imprese, del sindacato FLAI-CGIL, dei Sindaci di tutti i Comuni del Fucino deve trovare risposte concrete perché gli aiuti più volte annunciati ancora non sono arrivati. Chiediamo alla Regione – concludono – di farsi carico del problema e di avviare tutte le interlocuzioni utili con il Governo per reintegrare i nostri territori negli aiuti economici e nelle misure di ristoro dei danni“.