Orsa uccisa, Acerbo (Prc-UP): Da abruzzese sono amareggiato ma non basta prendersela con chi spara
01 Settembre 2023 - 16:25:29
Da abruzzese sono amareggiato. L’assassinio dell’orsa Amarena non ha
alcuna giustificazione. In queste ore sui social si esprime la giusta
indignazione e rabbia verso chi ha ucciso l’orsa e messo a rischio i
suoi due cuccioli. Il responsabile va perseguito e come Rifondazione
Comunista ci costituiremo parte civile.
Ma non basta prendersela con chi spara. Questo delitto arriva dopo
un’escalation demagogica. Siamo passati dalle lentezze e negligenze
bipartisan nella tutela dell’orso da parte delle istituzioni, che
abbiamo denunciato per anni, alle campagne della destra sulla
legittimità dell’uso di armi da fuoco. L’assassino pare abbia dichiarato
che pensava si trattasse di ladri come se fosse lecito sparare invece di
chiamare polizia e carabinieri. Come non ricordare le campagne dei
partiti di destra in difesa dell’uso di armi da fuoco per “autodifesa”?
I partiti di destra hanno assecondato la lobby dei cacciatori e
soprattutto l’industria delle armi. Si sono fatte campagne
politico-mediatiche per fare degli orsi un nemico da uccidere non una
specie da proteggere e, soprattutto, si è avviata una regressione
legislativa contro le norme di tutela dell’ambiente e della fauna.
Chi ha alimentato una subcultura da far west è responsabile
politicamente di tragedie come questa.
Oggi tutti condannano ma poi quotidianamente non si rispettano nemmeno
norme elementari come quelle che imporrebbero la valutazione di
incidenza per i progetti nelle aree protette e si aprono i parchi
nazionali alla caccia.
Il presidente Marsilio ha condannato con parole condivisibili
l’uccisione di Amarena ma lo scorso luglio accusava di “integralismi
inutili e dannosi” gli ambientalisti che protestavano contro
l’autorizzazione a Villalago del rumorosissimo raduno Eurotrial4x4
organizzato dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Si trattava di un
circo automobilistico incompatibile con la presenza dell’orsa Amarena e
dei suoi due cuccioli e con le prescrizioni della Direttiva 43/92/CE.
Credo che dopo l’indignazione sia il caso di fare un quadro delle lacune
anche in Abruzzo nella tutela dell’orso bruno marsicano e di chiedere a
tutte le istituzioni preposte alla tutela un ravvedimento operoso. A che
punto siamo con l’attuazione del Piano d’azione per la tutela dell’orso
marsicano (PATOM) approvato nel 2010?
Un’ultima considerazione: questo non è un paese per orsi e operai. Chi è
responsabile della morte sul lavoro di un operaio o ammazza un orso
rischia condanne più lievi di chi organizza un rave party o fa un blocco
stradale per protestare.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione
Comunista, coordinamento di Unione Popolare
alcuna giustificazione. In queste ore sui social si esprime la giusta
indignazione e rabbia verso chi ha ucciso l’orsa e messo a rischio i
suoi due cuccioli. Il responsabile va perseguito e come Rifondazione
Comunista ci costituiremo parte civile.
Ma non basta prendersela con chi spara. Questo delitto arriva dopo
un’escalation demagogica. Siamo passati dalle lentezze e negligenze
bipartisan nella tutela dell’orso da parte delle istituzioni, che
abbiamo denunciato per anni, alle campagne della destra sulla
legittimità dell’uso di armi da fuoco. L’assassino pare abbia dichiarato
che pensava si trattasse di ladri come se fosse lecito sparare invece di
chiamare polizia e carabinieri. Come non ricordare le campagne dei
partiti di destra in difesa dell’uso di armi da fuoco per “autodifesa”?
I partiti di destra hanno assecondato la lobby dei cacciatori e
soprattutto l’industria delle armi. Si sono fatte campagne
politico-mediatiche per fare degli orsi un nemico da uccidere non una
specie da proteggere e, soprattutto, si è avviata una regressione
legislativa contro le norme di tutela dell’ambiente e della fauna.
Chi ha alimentato una subcultura da far west è responsabile
politicamente di tragedie come questa.
Oggi tutti condannano ma poi quotidianamente non si rispettano nemmeno
norme elementari come quelle che imporrebbero la valutazione di
incidenza per i progetti nelle aree protette e si aprono i parchi
nazionali alla caccia.
Il presidente Marsilio ha condannato con parole condivisibili
l’uccisione di Amarena ma lo scorso luglio accusava di “integralismi
inutili e dannosi” gli ambientalisti che protestavano contro
l’autorizzazione a Villalago del rumorosissimo raduno Eurotrial4x4
organizzato dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Si trattava di un
circo automobilistico incompatibile con la presenza dell’orsa Amarena e
dei suoi due cuccioli e con le prescrizioni della Direttiva 43/92/CE.
Credo che dopo l’indignazione sia il caso di fare un quadro delle lacune
anche in Abruzzo nella tutela dell’orso bruno marsicano e di chiedere a
tutte le istituzioni preposte alla tutela un ravvedimento operoso. A che
punto siamo con l’attuazione del Piano d’azione per la tutela dell’orso
marsicano (PATOM) approvato nel 2010?
Un’ultima considerazione: questo non è un paese per orsi e operai. Chi è
responsabile della morte sul lavoro di un operaio o ammazza un orso
rischia condanne più lievi di chi organizza un rave party o fa un blocco
stradale per protestare.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione
Comunista, coordinamento di Unione Popolare