Sinistra Italiana: uccisione orsa Amarena, tra vergogna e ipocrisia
01 Settembre 2023 - 18:23:42
funerali e delle tragedie.
L’uccisione dell’orsa Amarena ha mandanti ed esecutore chiari a tutti.
L’esecutore è quel delinquente che ha premuto il grilletto, i mandanti
tutti coloro che per 364 giorni l’anno ci violentano culturalmente e
politicamente affermando quanto segue:
– i parchi causano spopolamento (dimostrando ignoranza abissale in
quanto lo spopolamento delle aree interne è legato all’urbanizzazione e
all’industrializzazione e più recentemente alla mancanza di servizi e
non certo alla istituzione dei parchi che, ad eccezione del Pnalm e del
Gran Paradiso, risale agli ultimi decenni; al contrario, è in alcune
aree protette che si blocca lo spopolamento);
– i parchi bloccano lo Sviluppo e quindi propongono di portare la città
in montagna, trasformando ogni rifugio in una discoteca e se passa
qualche orso tanto meglio, ci ricorda la tigre in gabbia all’ingresso
del Tuculca, storica discoteca a Martinsicuro;
– la fauna selvatica finirà per entrarci in casa, i nostri bimbi sono
minacciati dai lupi, viviamo assediati;
-le nostre coltivazioni e nostri allevamenti sono devastati, senza dire
però dell’incuria con i quali si gestiscono allevamenti e coltivazioni;
– la vera specie minacciata di estinzione è l’uomo;
-i nostri “vecchi” avevano un rapporto equilibrato con l’ambiente,
(falso, molti animali furono portati sulla soglia dell’estinzione e le
montagne quasi tutte disboscate. Erano altri tempi e c’era necessità di
sopravvivenva, ma certo il modello non può essere essere quello).
Su questo mantra quasi tutta la classe politica cavalca voti di
associazioni venatorie, associazioni di categorie varie, maestri di sci,
albergatori e sviluppisti varando riperimetrazioni delle aree protette,
pre-aperture della caccia, proposte di cacciare nei parchi o di aprire
la caccia a specie protette, impianti e cementificazioni in ogni dove e
muovendo guerra e disprezzo verso chi prova a dire il contrario, gli
odiati ambientalisti.
A questa narrazione se ne aggiunge un’altra che recita: in casa mia
posso sparare a chiunque.
Se pensi che qualcuno ti stia rubando le galline (ovviamente non ci
crediamo), non esci con un fucile ma chiami le forze dell’ordine.
Ieri notte questo cacciatore forte del consenso culturale che
percepisce sul gesto che stava per compiere ha premuto il grilletto.
Ora, invece di piangere ipocritamente riconoscano i tanti presidenti,
sindaci, assessori, consiglieri, cacciatori, di essere i mandanti e per
un giorno, il trecentosessantacinquesimo, ci risparmino la loro
vergognosa ipocrisia.
Enrico Perilli
Sinistra Italiana L’Aquila