01 Settembre 2023 - 19:03:01

di Tommaso Cotellessa

Possiamo definire eroica l’impresa compiuta dai sindacalisti della CGIL dell’Aquila, i quali all’interno della campagna di iniziative “La Carovana dei Diritti” hanno deciso di affrontare nella maniera più concreta possibile la questione legata al collegamento ferroviario fra L’Aquila e Roma, sulla quale si discute da tempo con proposte fra le più disparate.

Un gruppo di sindacalisti, all’interno del quale venivano rappresentate tutte le categorie, capeggiato dal segretario generale della CGIL della provincia dell’Aquila Francesco Marrelli, ha toccato con mano cosa vuol dire raggiugere la capitale utilizzando il collegamento su binari.

Il nostro giornale è stato ospite d’onore e spettatore privilegiato nel corso di questa avventura, siamo infatti saliti a bordo della carovana accompagnando i coraggiosi avventurieri nel corso del tragitto verso Roma, che ha avuto una durata complessiva di circa quattro ore e nel corso del quale abbiamo toccato ben tre regioni, essendo costretti a raggiungere prima Terni, luogo dove dopo aver aspettato 30 minuti abbiamo effettuato il cambio per raggiungere la nostra destinazione.

L’orario di partenza è stato fissato alle ore 7:28 al binario 2 della stazione dell’Aquila, proprio da qui ha preso le mosse il nostro viaggio.

Alle ore 7:30 siamo saliti su un treno anni ’90 composto da soli due vagoni. Il mezzo viaggiava a circa 60km orari. Abbiamo impiegato due ore per raggiungere Terni. Su questo treno abbiamo incontrato un pendolare che da 13 anni utilizza questo mezzo per raggiungere il suo luogo di lavoro.

Arrivati a Terni abbiamo atteso per mezz’ora la coincidenza che ci ha portato a Roma. È stato immediatamente lampante il cambio di qualità, saliti sul treno regionale che da Terni ci ha condotto alla capitale siamo tornati nel presente, non vi è infatti possibilità di confronto fra l’atmosfera western che si respirava sul desolante treno partito dalla città dell’Aquila.

Alle ore 11:15 abbiamo raggiunto la stazione di Roma Tiburtina, terminando la nostra avventura.

Al termine dell’impresa i sindacalisti hanno dichiarato “abbiamo eguagliato i tempi di percorrenza del 1959, quando la freccia del Gran Sasso, considerata allora un mezzo avveniristico, percorreva la stessa tratta. A distanza di 64 anni niente è cambiato, il tempo impiegato nel tragitto resta lo stesso. È chiaro che è necessario ripensare il collegamento L’Aquila-Roma e costruire un nuovo progetto di mobilità sostenibile. Bisogna potenziare il trasporto su gomma ma anche pensare seriamente a progetti di investimento di infrastrutture ferroviarie che siano adeguate ai nostri tempi ma soprattutto alla dignità e le necessità delle persone con particolare attenzione ai lavoratori pendolari“.

Nel corso del tragitto oltre che di trasporti, mobilità e infrastrutture, abbiamo avuto modo di ricordare i cinque morti sul lavoro deceduti il 31 agosto sulla tratta ferroviaria Torino-Milano, i sindacalisti hanno sottolineato l’importanza della sicurezza sul lavoro, della prevenzione e della assoluta tutela di ogni singolo lavoratore.