04 Settembre 2023 - 11:46:41

di Tommaso Cotellessa

Riceviamo e pubblichiamo la nota del circolo dell’Aquila di Sinistra Italiana sull’uccisione dell’orsa Amarena.

L’ipocrisia si manifesta nella sua forma massima in occasione dei funerali e delle tragedie. L’uccisione dell’orsa Amarena ha mandanti ed esecutore chiari a tutti.

L’esecutore è quel delinquente che ha premuto il grilletto, i mandanti tutti coloro che per 364 giorni l’anno ci violentano culturalmente e politicamente affermando quanto segue:

i parchi causano spopolamento (dimostrando ignoranza abissale in quanto lo spopolamento delle aree interne è legato all’urbanizzazione e all’industrializzazione e più recentemente alla mancanza di servizi e
non certo alla istituzione dei parchi che, ad eccezione del Pnalm e del Gran Paradiso, risale agli ultimi decenni; al contrario, è in alcune aree protette che si blocca lo spopolamento);

i parchi bloccano lo Sviluppo e quindi propongono di portare la città in montagna, trasformando ogni rifugio in una discoteca e se passa qualche orso tanto meglio, ci ricorda la tigre in gabbia all’ingresso del Tuculca, storica discoteca a Martinsicuro;

la fauna selvatica finirà per entrarci in casa, i nostri bimbi sono minacciati dai lupi, viviamo assediati;

le nostre coltivazioni e nostri allevamenti sono devastati, senza dire però dell’incuria con i quali si gestiscono allevamenti e coltivazioni;

la vera specie minacciata di estinzione è l’uomo;

i nostri “vecchi” avevano un rapporto equilibrato con l’ambiente, (falso, molti animali furono portati sulla soglia dell’estinzione e le montagne quasi tutte disboscate. Erano altri tempi e c’era necessità di sopravvivenza, ma certo il modello non può essere essere quello).

Su questo mantra quasi tutta la classe politica cavalca voti di associazioni venatorie, associazioni di categorie varie, maestri di sci, albergatori e sviluppisti varando riperimetrazioni delle aree protette, pre-aperture della caccia, proposte di cacciare nei parchi o di aprire la caccia a specie protette, impianti e cementificazioni in ogni dove e muovendo guerra e disprezzo verso chi prova a dire il contrario, gli odiati ambientalisti.

A questa narrazione se ne aggiunge un’altra che recita: in casa mia posso sparare a chiunque.

Se pensi che qualcuno ti stia rubando le galline (ovviamente non ci crediamo), non esci con un fucile ma chiami le forze dell’ordine.

Ieri notte questo cacciatore forte del consenso culturale che percepisce sul gesto che stava per compiere ha premuto il grilletto.

Ora, invece di piangere ipocritamente riconoscano i tanti presidenti, sindaci, assessori, consiglieri, cacciatori, di essere i mandanti e per un giorno, il trecentosessantacinquesimo, ci risparmino la loro vergognosa ipocrisia.

Enrico Perilli

Sinistra Italiana L’Aquila