12 Settembre 2023 - 16:20:50

Con una interpellanza depositata ieri, il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci interviene sulle difficoltà logistiche e funzionali
di un prezioso presidio socio-sanitario: la Comunità socio-riabilitativa
familiare per disabili dell’Aquila – ex Piccola Opera Caritas – nata
dall’entusiasmo per il rinnovamento della psichiatria e che, anticipando
di due anni la Legge Basaglia, ha rappresentato un unicum nel panorama
delle attività socio-riabilitative di soggetti portatori di handicap
psico-fisico e sensoriale.
Da allora, un’esperienza che era un vanto per la regione Abruzzo e per
la ASL ha subìto – per calcoli ragionieristici e insensate logiche di
equilibrio di bilancio – una costante disattenzione istituzionale
rendendo sempre più faticoso e precario il lavoro al servizio dei
giovani pazienti ospiti della struttura.

Va ricordato che nel 2018 le due Comunità socio-riabilitative familiari
per disabili, fino ad allora operanti a Pianola (AQ) e a San Demetrio
ne’ Vestini, furono accorpate in due appartamenti al 5° e 6° piano di
una palazzina del Rotilio Center, in via Carducci alla periferia
dell’Aquila.
Da subito fu evidente l’inadeguatezza di una soluzione che costringeva
in spazi insufficienti sia i 13/14 giovani ospiti, sia i 16 operatori,
tra OSS, infermieri e tecnici della riabilitazione. Ma le segnalazioni
non hanno prodotto alcun risultato e anzi il pulmino a disposizione
della Comunità è stato rottamato e mai sostituito, costringendo gli
operatori a fare 8/9 viaggi per trasportare i ragazzi con una vecchia
Panda aziendale in luoghi di svago o anche solo a prendere un gelato in
centro città.

A ottobre 2021 durante la pandemia è stato ventilato anche il
trasferimento della Comunità nel comune di Navelli, trasferimento
sventato dalle ferme prese di posizione della CGIL, delle Associazioni
24 luglio, 180 Amici e altre che hanno scongiurato l’ennesima
ghettizzazione.
La fragile condizione dei giovani ospiti della Comunità richiede
programmazione, percorsi stabili di inserimento sociale, spazi adeguati
all’ospitalità, alla riabilitazione, a una decorosa qualità della vita,
una localizzazione non isolata dal contesto cittadino proprio per
favorire gli scambi, i rapporti umani, le interazioni, le contaminazioni
fisiche, psichiche e comunicative di cui questi ragazzi – per lo più
affetti da deficit intellettivi – hanno essenziale bisogno.
Peraltro la Comunità non risulta ancora normata né dal Piano Sanitario
regionale, né dalla LR 31/2007 creando vuoti normativi e problemi
amministrativi e gestionali.

Per questo è stato interpellato l’assessore competente per sapere se
conosce la situazione, quali misure sono state prese, se intende
favorire una soluzione adeguata alle esigenze della Comunità
individuando, per i giovani pazienti ospiti, una allocazione dignitosa,
funzionale e definitiva nel capoluogo aquilano sollecitando le
competenti strutture regionali e della ASL1.