14 Settembre 2023 - 19:24:27

di Tommaso Cotellessa

Si è volto nel pomeriggio di oggi, giovedì 14 settembre, il sit-in organizzato dalle Donne Democratiche del PD per il contrasto alla violenza di genere e la tutela delle donne.

Dall’inizio del 2023 sono stati 79 i femminicidi e non si può restare in silenzio dinanzi a questa “intollerabile barbarie sociale”, tale iniziativa è voluta essere proprio una risposta a al sangue versato di donne innocenti, la richiesta di un’azione più consapevole di severa prevenzione ma, prima ancora, un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione patriarcale dei rapporti tra donna e uomo.

Il territorio della regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila, come ribadiscono le organizzatrici, è tutt’altro che esente da eventi di questa efferatezza, l’obiettivo dunque vuole essere quello di sensibilizzare la città.

Il sit-in si è svolto a Piazza Palazzo, simbolo delle istituzioni della municipalità, e si è mosso verso Piazza Duomo, cuore del centro storico dell’Aquila; il corteo dunque ha attraversato l’asse centrale della cittadinanza aquilana proprio al fine di portare lotta al contrasto della violenza di genere al centro del dibattito. I manifestanti hanno indossato magliette rosse con su scritto “#Iononsonocarne” un hashtag evocativo che con la sua crudezza racconta la brutale violenza subita da troppe donne in Italia.

È veramente il tempo di dire basta” queste le parole di Eva Fascetti, delle Donne Democratiche dell’Aquila, “basta a questi omicidi, alle violenze e soprusi, non se ne può più. Tutto questo non è degno di un paese civile, non è degno dell’Italia quindi noi oggi protestiamo e cerchiamo di sensibilizzare tutti, perché il problema non è solo delle donne che vengono abusate stuprate e uccise ma è anche degli uomini perché gli uomini hanno le sorelle le mamme le mogli le figlie e quindi è un problema che riguarda tutti, è una barbarie culturale che dobbiamo combattere. Chiediamo inoltre alle istituzioni di intervenire con fatti concreti e soprattutto tanti tempi rapidi perché se si denuncia una violenza non si può aspettare mesi che si prendano provvedimenti contro chi la la fa perché poi arriva l’omicidio e quindi la donna non è più tutelata. I problemi sono molteplici bisogna ripartire dall’educazione dei ragazzi degli adolescenti quindi dalla scuola, dalla famiglia e dalle istituzioni tutte

“La necessità maggiore è sensibilizzare e dare spazio ai Centri Anti Violenza e a tutte le donne che nei Centri Anti Violenza lavorano con le persone che incontrano la violenza in un’ottica di genere. Le parole che portiamo sulle nostre magliette “io non sono carne” vogliono richiamare quella frase inqualificabile che recita “La carne è la carne”, ecco il tentativo è quello di sostenere quelle attività che vogliono cambiare il linguaggio e le abitudini culturali facendo progredire le nostre comunità” Queste le parole di Marielisa Serone D’Alò dell’Esecutivo della Conferenza Nazionale delle Donne e delegata per l’Abruzzo nella Conferenza.