22 Settembre 2023 - 16:43:23

di Tommaso Cotellessa

Gli esponenti della Lega Abruzzese si scagliano contro la decisione di stabilire in Abruzzo uno dei nuovi Centri di permanenza per i rimpatri (CPR) voluti dal Governo Meloni. Tale disposizione dettata dalla ricetta del Ministro dell’Interno Piantedosi prevede l’istituzione di almeno un CPR per regione, ed è stata supportata dallo stesso Presidente Marsilio, tanto che la caccia alla location ideale è già partita.

All’interno del centrodestra, come dimostrano le dichiarazioni del Capogruppo in Consiglio Regionale del Carroccio, Vincenzo D’Incecco e del portavoce del partito, Francesco De Santis, non sono tutti allineati e coperti su questo temm.

L’Abruzzo ha ospitato fin troppo tra sbarchi e ricollocamenti di migranti, nessun CPR nella nostra regione scrivono lapidari i due esponenti della Lega

La capacità di ospitalità di una piccola regione come l’Abruzzo è ormai al collasso. I nostri comuni, le nostre strutture, i nostri sindaci, i nostri cittadini hanno accolto e affrontato per anni le ricollocazioni di migranti. Perfino durante i mesi difficili del Covid ci ritrovavamo a dover fronteggiare smistamenti sconsiderati di centinaia di richiedenti asilo nelle periferie dell’Aquila e di Pescara o, peggio, in decine di piccoli comuni”. 

E nonostante i grandi sforzi fatti finora, – proseguono i due esponenti leghisti – sembrerebbe che ci si stia attivando ancora per cercare un sito idoneo in Abruzzo per un CPR. Ma come si può pensare di costruire enormi Centri per il Rimpatrio in Abruzzo? Luoghi destinati a radunare al loro interno centinaia, se non migliaia, di immigrati irregolari. Una scelta non condivisibile che rischia di mettere in ginocchio la nostra regione con l’occupazione ingiusta di infrastrutture strategiche come aeroporti e aree destinate alla logistica e alle emergenze. Torniamo ai Decreti del Ministro Salvini, la soluzione non può essere quella di far pagare alle nostre comunità l’invasione di clandestini in atto”.