11 Ottobre 2023 - 19:05:18

di Martina Colabianchi

In occasione della visita a L’Aquila del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha aperto l’assemblea nazionale dell’Unione Province Italiane, la Commissione Oltre il MUSP e il Comitato Scuole Sicure hanno scritto una lettera, consegnata al Prefetto e indirizzata al Presidente, circa lo stato della ricostruzione dei plessi scolastici nel capoluogo.

Ringraziando Mattarella per aver mantenuto la promessa di tornare per verificare di persona l’andamento della ricostruzione, ne predicono la delusione nel constatare che “dalla sua venuta nel 2019, e in generale dal sisma del 2009, solo due scuole sono state ricostruite: poiché l’amministrazione comunale non ha curato una visione prospettica della città, una scuola risulta sovradimensionata, perché nel frattempo le famiglie hanno abbandonato quel territorio iscrivendo i figli altrove e l’altra sottodimensionata, perché non riesce ad accogliere tutte le classi che nel frattempo sono aumentate“.

Segue, poi, il ricordo dell’impegno con cui le associazioni si sono dedicate al problema, e le cui voci sarebbero spesso rimaste inascoltate:

Avrebbero potuto certo ascoltare coloro che abitano e vivono i vari territori per condividere conoscenze e linee operative; coloro che in questi lunghi 14 anni hanno sostenuto tavoli partecipativi, riqualificazioni di contesti, ricerche in rete e progetti scolastici; organizzato numerose assemblee cittadine, arrivando anche sotto le finestre di Montecitorio; seguito il flusso di denaro (più di 45 milioni di euro) a disposizione per la ricostruzione delle scuole comunali a L’Aquila; incontrato amministratori e amministratrici di Comune, Provincia e Regione; collaborato alla stesura del masterplan del polo scolastico di Sassa, frazione cittadina; creduto e sperato, ma invano. Niente, non abbiamo ottenuto niente, anzi, siamo stati presi decisamente in giro“.

Come è possibile, secondo Lei, che dopo 14 anni a L’Aquila siano state ricostruite solo 2 scuole?“, chiedono nella lettera. ““Impicci burocratici”, ci hanno continuamente risposto: ma allora, come mai le 3 scuole private e cattoliche che hanno raggiunto l’obiettivo della ricostruzione non hanno incontrato gli stessi impicci? E poi, non si era lavorato per snellire e semplificare le procedure?“.

Nella lettera, poi, si torna a parlare dei MUSP che ospitano, tutt’oggi, molte scuole del capoluogo.

“I M.U.S.P. (Moduli ad Uso Scolastico Provvisori) sono brutti ma sicuri”, continuano a ripetere, con un certo imbarazzo! Ma, secondo Lei, non è triste e vergognoso cercare di far passare questa visione riduttiva e mortificante, cercando di convincere studenti, studentesse, insegnanti e genitori ad accontentarsi e a non chiedere, invece, una ricostruzione dignitosa, moderna e in sicurezza? Certo che le mamme e i papà vogliono stare tranquilli, ma ciò è fattibile in scuole in muratura sicure al 100%. Certo che nel frattempo ci accontentiamo dei M.U.S.P., ma, contemporaneamente non dovrebbe cominciare (dopo 14 anni!!!) la costruzione di scuole moderne, sicure, competitive?“.


Il corpo docente ha adeguato la didattica ai M.U.S.P.”, si sono permessi più volte di affermare, reputandosi spocchiosamente competenti in materia! – continuano. Certo che il corpo docente aquilano ha saputo lavorare egregiamente sotto le tende, nelle tensostrutture, nei M.U.S.P., esprimendo una didattica sempre eccellente e corrispondente alle attese delle famiglie. Ma, secondo Lei, le buone pratiche didattiche non passano anche attraverso le strutture scolastiche?“.

A parte l’ormai evidente precarietà di molti M.U.S.P. (alcuni presentano rigurgiti di fogna, infiltrazioni, giunture sollevate, colonne imbullonate, altri ancora risultano avere ormai spazi insufficienti), molti fra questi non hanno palestra, refettorio, biblioteca e laboratori: come si può fare una buona scuola, senza avere una vera scuola? Ma soprattutto, non si sta mancando di rispetto a migliaia di studenti e studentesse che vivono ormai da 14 anni in strutture provvisorie oppure in murature con preoccupanti indici di vulnerabilità sismica?“.

La ricostruzione scolastica è succube di ritardi ormai ingiustificabili!!! – denunciano. Nonostante le innumerevoli delusioni, noi confidiamo che il Suo ritorno a L’Aquila risvegli coscienze ed operatività e rappresenti un segnale di discontinuità con tutto ciò che abbiamo visto e sentito in questi lunghi 14 anni, quando sono passati dalle nostre parti personaggi illustri della politica e di varie istituzioni sociali e culturali“.

E poi, in conclusione, l’invito al Presidente Mattarella affinché possa vedere con i suoi occhi le aule in cui attualmente fanno scuola molti ragazzi e ragazze e ascoltare, con le proprie orecchie, “testimonianze dirette di alunni e alunne che non sono mai andati in una scuola vera, ma che hanno lavorato consapevolmente su percorsi di cittadinanza attiva sulla ricostruzione della loro scuola, anche con la partnership di importanti Onlus quali Save the Children e ActionAid. E magari, se il protocollo lo permetterà, incontrare proprio quelle docenti e quei genitori della Commissione Oltre il M.U.S.P. e del Comitato Scuole sicure che in questi lunghi 14 anni hanno sostenuto percorsi partecipativi in contesti estremamente problematici?“.

Questa nostra richiesta nasce dalla triste constatazione che anche il corrente anno scolastico, in un territorio che ricorda 14 anni di post sisma, NON è ricominciato all’interno di scuole pubbliche ricostruite e sicure al 100%“, hanno concluso.