30 Ottobre 2023 - 18:11:36
di Martina Colabianchi
Una bella giornata di sole riscalda i tantissimi concittadini accorsi per il debutto della restaurata Piazza San Bartolomeo ad Avezzano. Raggi che illuminano, non solo metaforicamente, un’area che sembrava destinata al buio e alla trascuratezza.
La piazza, chiamata anticamente Piazza del Pantano per via della presenza di uno dei numerosi acquitrini (pantani) di cui la città marsicana era ricca, ospitava la Chiesa di San Bartolomeo la cui bellissima collegiata, insieme ai maestosi palazzi che la circondavano, rendevano la piazza una delle più significative della città e una vera e propria passerella serale per i cittadini. A spezzare la magia, la forte scossa di terremoto del 1915 che rase al suolo la Chiesa rendendo inagibile la piazza antistante.
Nel 2001 iniziarono i lavori di scavo per riportare alla luce la Chiesa di San Bartolomeo e la piazza, più volte interrotti e poi ripresi nel 2015 per impulso del sindaco Giovanni Di Pangrazio.
Tante le fasce tricolori accorse a dar manforte al primo cittadino, ma tanti anche i curiosi intenti a scoprire il restyling con nuova illuminazione, spazi verdi, una fontana posta all’ingresso e un’area visitabile che lascia intuire il passato di quella che era la vera agorà cittadina.
Dopo il taglio del nastro e il discorso del sindaco, è il vescovo Giovanni Massaro a dare la benedizione, ricordando ai partecipanti di “preservare e amare la propria comunità” e sottolineando quanto quel luogo sia intriso di rimandi all’esperienza cristiana.
La manifestazione è iniziata alle 10.00 al Castello Orsini-Colonna con il Recital di pianoforte dei Maria Gabriella Castiglione e, a seguire, con il convegno dal titolo “L’Avezzano storica ieri e oggi”. Sul palco si sono susseguiti Giovanni Di Pangrazio, Cristina Collettini, Soprintendente per l’archeologia belle arti e paesaggio per le province abruzzesi, Luigi Marino, referente del sindaco per il restyling della Piazza, Luca Piccirillo, Progettista Avezzano Vecchia, Emanuela Ceccaroni, Funzionario archeologo della Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo.
Poi, sono stati protagonisti i dirigenti di poste italiane Daniele Evangelisti, Vittorio De Paolis e Biagio Soffiaturo per la Cerimonia di annullo filatelico e la presentazione del bollo speciale e della cartolina dedicata.
Un’opera significativa, quella della nuova piazza, frutto del contributo di tanti. Non a caso, il primo cittadino ha voluto ricordare il prezioso contributo economico di Gianni Letta, il lavoro di Giovanbattista Pitoni che ha realizzato un opuscolo sulle vicende e le immagini dell’epoca, le Suore Trinitarie, Serafino Del Bove Orlandi autore di un testo che racconta quanto la collegiata sia passata attraverso inondazioni, terremoti e tanta vita quotidiana, ma anche Aldo Cianfarani che ha proposto all’amministrazione un progetto avveniristico di ricostruzione dell’antica facciata della chiesa.
“Io ho avuto la fortuna di tagliare tanti nastri in diverse occasioni – dice Di Pangrazio nel suo discorso – però questa ha un sapore diverso. Con Piazza San Bartolomeo restaurata, rendiamo onore alla bellezza dei luoghi e riallacciamo il filo con la nostra identità. Diamo luce ad un pezzo di storia e diamo vita ad un angolo che in passato era il cuore pulsante di Avezzano e della marsica e che, invece, per lunghi anni è stato nel buio e nella trascuratezza, fino a quando nel 2015 e in occasione del centenario del terremoto della marsica, abbiamo fatto ripartire i lavori di scavo”.
E poi, rivolto ai ragazzi ricorda che “ci si può ridurre ad abitare in un posto senza sentire di appartenere allo stesso. A vivere in una città senza sentirla propria, senza sentirla parte del proprio DNA. E, invece, l’identità rende più sicuri di sé, più capaci di raccontarsi agli altri, più orgogliosi di essere avezzanesi e marsicani. Più capaci di rispettare persone e cose. E rende più attrattivi, più riconoscibili”.
Infine, con riferimento al progetto “Avezzano storica” aggiunge: “Abbiamo voluto darvi una visione di ciò che possiamo ancora fare perché il passato non va musealizzato: va reso presente, va fatto vivere”.
Significativo anche il riconoscimento a Luigi Marino: “è stato per mesi parte dell’arredo urbano della Piazza. Stava qui, giorno e notte a seguire i lavori, facendolo con una grande ricompensa. L’unica, ma la più preziosa. Si chiama passione”. “Giornate come questa ci ricordano che ogni comunità ha diritto ad essere la migliore versione di sé. Avezzano vuole alzare l’asticella, lasciare in basso le polemiche e i piccoli conflitti alimentati ad arte. Vuole volare alto“, ha concluso.