06 Novembre 2023 - 10:15:56
di Tommaso Cotellessa
Prosegue l’impegno delle associazioni pacifiste per tenere viva la solidarietà e l’impegno per la situazione in Medioriente. L’ARCI, la CGIL, l’ANPI e l’ANPPIA infatti promuovono un incontro all’Aquila con la responsabile internazionale dell’ARCI Raffaella Bolini proprio per parlare di guerra, ma soprattutto di pace.
L’appuntamento è per martedì 7 novembre alle ore 17.45 alla sala Rivera di Palazzo Fibbioni.
Raffaella Bolini è Responsabile delle relazioni internazionali dell’Arci. Da sempre attivista nella costruzione e nella manutenzione dei movimenti sociali per la pace, contro il razzismo, per la solidarietà internazionale, per un altro mondo e un’altra Europa possibile.
Di seguito l’appello con cui le associazioni hanno convocato l’iniziativa.
Le manifestazioni e gli appelli si susseguono in ogni parte del mondo: ma il massacro a Gaza contro civili inermi e innocenti, prosegue senza sosta e senza pietà, addirittura minacciando l’uso dell’atomica!
Non c’è alcuna ragione per continuare questo crudele e assurdo sterminio.
Bisogna immediatamente cessare il fuoco, aprire corridoi umanitari, assistere la popolazione stremata, garantire acqua, cibo, medicine e carburante soprattutto per gli ospedali, liberare gli ostaggi, aprire una trattativa internazionale.
Bombardare e distruggere Gaza per colpire Hamas che il 7 ottobre ha scatenato l’offensiva significa accanirsi sulla popolazione palestinese che non ha colpe e chiede solo rispetto, terra e libertà.
Una popolazione inerme fatta di donne, anziani e per la grande maggioranza di bambini.
La violenza criminale con cui il governo di Netanyahu sta invadendo e devastando Gaza è sotto gli occhi del mondo viene ormai condannata anche in Israele.
Non possiamo rassegnarci. Bisogna continuare a reagire, a manifestare.
La negazione e l’intolleranza reciproca alimentano il fanatismo religioso, la violenza, la distruzione e coinvolgendo altri paesi innescano una spirale incontrollabile e devastante.
Il diritto dei Palestinesi a una patria finalmente certa e riconosciuta, la sicurezza del medio Oriente e della stessa Israele possono nascere solo da qui.
Da una convivenza di cui l’ONU, i paesi arabi, gli stati del Mediterraneo e le grandi potenze prendano le difese degli oppressi e garantiscano una pace giusta, riscattando l’ipocrisia e l’indifferenza con cui da troppo tempo hanno dimenticato e tradito la causa palestinese e la sicurezza di tutto il medio Oriente.