09 Novembre 2023 - 21:34:43
di Tommaso Cotellessa
All’Aquila è ormai impossibile praticare lo sport di base, elemento fondamentale della vita di una comunità, collante sociale che favorisce il benessere individuale e collettivo. È questo il grido d’allarme dell’associazione sportiva dilettantistica United L’Aquila, che dal 2018 è attiva sul territorio con un progetto di integrazione sociale e quest’anno vede due squadre militare nei campionati di terza categoria e juniores provinciale.
“Non siamo tra i pochi fortunati a poter gestire un campo attraverso le convenzioni con l’amministrazione – afferma lo United L’Aquila in una nota – per questo come altre realtà del territorio prendiamo in affitto il terreno di gioco per allenamenti e partite delle due squadre che abbiamo. Ma per via della mancanza di strutture e impianti, i pochi utilizzabili sono più affollati. È il caso del Federale, nostra casa da tre stagioni. Il problema non è dell’impianto o di chi lo gestisce, ma dell’assenza di un numero di strutture adeguate rispetto al numero delle squadre che in ogni categoria devono giocare. Inoltre molte strutture non possono essere utilizzate di notte, e facendo buio alle 17 gli slot per l’utilizzo dei campi si riducono al minimo”.
“Pertanto – continua la società biancorossa – ci ritroviamo a dover cambiare continuamente campi e giorni di gara, cercando soluzioni non sempre compatibili con le squadre avversarie. Siamo costretti a giocare o ad allenarci nel comprensorio, a volte anche molto lontano dalla città, e questo non è facile considerando che molti dei nostri ragazzi, italiani o stranieri che siano, non sono automuniti”.
Lo United L’Aquila chiede la convocazione di un tavolo urgente che riunisca la divisione provinciale della Lega nazionale dilettanti, l’amministrazione comunale e le società, per affrontare questo grave problema in modo strutturale: “Non c’è solo lo spostamento dei mondiali di pattinaggio da L’Aquila a Montesilvano, causa mancanze di strutture. La questione riguarda anche la quotidianità dell’attività di base, fondamentale per l’inclusione sociale dei minori (e non) in città e in generale per ogni comunità, soprattutto in una città che si (auto)definisce capitale europea dello sport. Vogliamo regole certe e comprensive della realtà di fatto, perché ci ritroviamo spesso a essere stretti a tenaglia da un lato dalle regole federali sui giorni di gara o sull’illuminazione e dall’altro sulla semplice e sconcertante assenza di strutture dove poter giocare”.