Scoperta la Lontra sul fiume Aterno ma la regione lo ignora e manda ruspe e motoseghe

13 Novembre 2023 - 19:21:45

Comunicato stampa del 13 novembre 2023

Ricercatori scoprono la presenza della lontra sul fiume Aterno ma la
regione ignora le pubblicazioni scientifiche e da l’ok alle motoseghe e
alle ruspe del genio civile.

Pesanti lavori previsti sulle sponde del fiume tra Popoli e Vittorito
con taglio di alberi e sbancamenti in un sito di interesse comunitario
per flora e fauna.

I ricercatori “Gli interventi previsti sull’Aterno dal Genio Civile
riducono e depauperano il resting habitat della lontra nell’area”

Quattro associazioni: progetto che aggredisce la natura e non risolve i
problemi idrogeologici, anzi sono in parte controproducenti perché la
vegetazione è fondamentale per evitare l’erosione delle sponde.

Attorno al fiume solo campagne e non centri abitati a rischio, bastava
intervenire rimuovendo o tagliando i tronchi presenti in alveo e al
massimo vicino a due ponti su sette.

“I ricercatori individuano la presenza della Lontra sull’Aterno tra
Popoli e Vittorito annunciandola pure con una pubblicazione scientifica
internazionale sull’autorevole rivista “Ecology and Evolution” ma la
Regione Abruzzo lo ignora del tutto e autorizza un pesante intervento
con motoseghe e ruspe sulle sponde”: LIPU, Stazione Ornitologica
Abruzzese, Salviamo L’Orso e Altura hanno scritto alla regione Abruzzo e
al Ministero dell’Ambiente denunciando l’ennesimo progetto di taglio di
alberi e dragaggio sul fiume Aterno in un tratto tutelato a livello
europeo, con un progetto del Genio Civile valutato dagli enti in maniera
del tutto superficiale.

Lo Studio di Incidenza Ambientale non è stato redatto da uno o più
specialisti in scienze naturali, come prescrive la norma, esperti di
mammiferi, uccelli, insetti e flora, ma da un architetto che non solo ha
ignorato la presenza della Lontra – quando l’informazione era di
pubblico dominio – ma ha anche prodotto un documento carente di dati
fondamentali per altre specie protette a livello internazionale come
l’Osmoderma eremita, un coleottero rarissimo per la cui tutela la UE
addirittura finanzia progetti Life milionari e che vive esclusivamente
sui grandi alberi del tratto fluviale in questione nonché della ancora
più rara Lampreda di ruscello.

Il tutto in palese violazione delle Linee guida nazionali sulla
Valutazione di Incidenza Ambientale che impongono studi
interdisciplinari redatti da specialisti con raccolta di dati di campo
fondamentali per limitare o mitigare gli impatti dei progetti.

La cosa sconcertante è che il Comitato V.I.A. della Regione e il Comune
di Popoli non hanno rilevato queste evidenti lacune progettuali,
approvando un progetto che non riporta neanche quali e quanti sono gli
alberi da tagliare e quale sezione di scavo raggiungere con i lavori.

I ricercatori autori della scoperta, Romina Fusillo e Manlio Marcelli,
su richiesta delle associazioni, hanno redatto una relazione tecnica che
smentisce in maniera inequivocabile le conclusioni dello studio e del
Comitato Valutazione di Impatto Ambientale chiarendo che “Gli interventi
previsti sull’Aterno dal Genio Civile riducono e depauperano il resting
habitat della lontra nell’area”. Le azioni previste “possono rallentare
o indebolire il processo di ricolonizzazione e consolidamento della
presenza nell’area” considerando anche che “la vegetazione ripariale
assolve molteplici funzioni di filtro, regolazione e di creazione di
habitat per la fauna ittica, che contribuiscono al buono stato ecologico
del corso d’acqua.”

Sia le associazioni sia i ricercatori evidenziano che basterebbe un
intervento molto più leggero ed economicamente conveniente – anche per
mitigare il rischio su tratti più ampi – quale quello della rimozione o
taglio in piccoli pezzi dei tronchi presenti in alveo per evitare la
creazione di “tappi” presso i ponti. Magari solo su due ponti su sette
citati nel progetto può essere giustificata un’azione più incisiva per
la luce ridotta degli stessi. Ricordiamo comunque che attorno al tratto
di fiume in questione c’è solo campagna e non centri abitati a rischio e
che la vegetazione ripariale è fondamentale proprio per evitare
l’erosione delle sponde con danni ben maggiori.

Per le associazioni sconcerta il livello di approssimazione con cui
vengono condotte in Abruzzo le procedure obbligatorie a livello
comunitario per la tutela della biodiversità, nonostante i richiami
dello stesso Ministero dell’Ambiente. Per questo le associazioni hanno
richiesto una rivalutazione delle decisioni prese.