14 Novembre 2023 - 12:29:51
di Martina Colabianchi
“È sconcertante ciò a cui stiamo assistendo in questo inizio di campagna elettorale verso le elezioni regionali, con la destra che sta mostrando il suo vero volto: altro che amore per il territorio, a prevalere è la sete di potere di una classe dirigente ingorda che, per i propri interessi personali, sta abbandonando la città al suo destino“.
Così interviene, in una nota, il Partito Democratico aquilano a commento degli ultimi eventi che hanno visto, in città, le dimissioni di diversi organi direttivi di varie istituzioni proprio con l’avvicinarsi delle elezioni regionali di marzo 2024 e l’inizio della relativa campagna elettorale.
Nella sua analisi del quadro politico attuale, il Pd non risparmia il sindaco Biondi che, “alla spasmodica ricerca di una candidatura alle Europee, ha deciso di abdicare al suo ruolo: da marzo a ottobre è risultato assente a 28 riunioni di Giunta sulle 40 convocate, impegnato com’è a difendere in televisione le scellerate politiche del governo Meloni e a presenziare ad eventi identitari del suo partito. A spese di chi?. Intanto il Consiglio comunale non si riunisce da mesi, paralizzato da una crisi di maggioranza che sta assumendo contorni grotteschi, tra ‘furti’ di consiglieri da un gruppo all’altro e minacce a mezzo stampa“.
E poi si viene all‘ADSU e Morgante:
“In questo quadro la presidente dell’Adsu Morgante, dopo aver ‘suicidato’ l’azienda per il diritto allo studio, ha deciso di abbandonare la nave che affonda presentando le sue dimissioni per candidarsi alle regionali: il giusto premio per chi – citiamo testualmente la relazione periodica del revisore dei conti – ha paralizzato l’attività dell’Ente con una attività amministrativa “svolta in modo confusionario, non puntuale”, con “numerose omissioni di atti”, col rischio concreto di danno erariale. A pagare sono le studentesse e gli studenti universitari, che ricevono servizi indecenti”.
“A dimettersi da un giorno all’altro per candidarsi alle Regionali – proseguono i dem – sono stati anche Paolo Federico, da Commissario della comunità montana Montagna Aquilana e da presidente della Asp 1 L’Aquila, e Alessandro Piccinini, attenzionato come Federico dall’Anac che, per ben due volte, ha ribadito come l’avvocato fosse inconferibile, non potesse cioè ricevere l’incarico di amministratore della Gran Sasso Acqua: se la Corte dei Conti dovesse addivenire allo stesso giudizio, sarebbero guai seri per l’azienda. Poco male: Piccinini sarebbe già lontano, candidato per uno scranno all’Emiciclo“.
“Come non bastasse, – continua la nota – la guerra senza esclusione di colpi tra gli esponenti della destra che ambiscono ad una candidatura racconta ogni giorno di incredibili storture istituzionali, oltre i limiti della decenza. Avevamo già denunciato come l’assessore alla ricostruzione privata Roberto Tinari avesse pensato bene di rivendicare a fini elettorali l’avvio di alcuni cantieri, frutto del lavoro degli uffici tecnici, appropriandosi di una comunicazione istituzionale firmandola col simbolo del suo (nuovo) partito“.
“Ebbene, Tinari è andato oltre: ha pubblicato un post sponsorizzato – a pagamento, per intenderci – su un social network, invitando le cittadine e i cittadini a rivolgersi direttamente a lui per qualsiasi richiesta sulle pratiche della ricostruzione. Con tanto di numero di telefono. Ci aspettiamo un intervento immediato del sindaco e dell’intera Giunta, e chiediamo alle autorità competenti di vigilare sulle attività degli amministratori pubblici che intendano candidarsi alle elezioni: non vorremmo assistere ad atteggiamenti ‘scivolosi’, che spesso si verificano in aree difficili del nostro Paese e che, in mancanza del rigore istituzionale a cui stiamo assistendo, rischiano di caratterizzare anche il nostro territorio“, hanno concluso.