14 Novembre 2023 - 16:58:11

di Tommaso Cotellessa

La legge di bilancio, sulla quale il Governo Meloni sta lavorando in queste settimane, continua a far parlare di sé e far discutere, in particolare all’interno dei corpi intermedi.

La CGIL nazionale infatti assieme alla UIL ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata di venerdì 17 per tutto il personale di scuola, università, Ricerca, AFAM, formazione professionale e scuola non statale. In Abruzzo, le lavoratrici e i lavoratori dei settori della conoscenza, parteciperanno alla manifestazione che si terrà a Lanciano, a partire dalle 9.45

I sindacati hanno convocato lavoratori e lavoratrici in piazza per denunciare la riduzione di risorse di organici in questo che da anni si impartiscono a questo settore. A detta degli organizzatori della manifestazione quelle che si stanno attuando sono azioni dettate esclusivamente da operazioni ideologiche che nulla hanno a che fare con la crescita del sistema formativo e con l’esigenza di garantire alle studentesse e agli studenti una scuola pubblica di qualità.

In particolare i sindacati chiedono:

·         Lo stanziamento nella legge di bilancio 2024 di risorse adeguate per il rinnovo dei contratti per tutto il personale, stabile e precario, per rispondere alla perdita del potere di acquisto. A fronte di un’inflazione cumulata pari al 18% in tre anni, il governo stanzia risorse che ne coprono appena 1/3 (il 5,8%);

·         Un piano di stabilizzazioni straordinario per sanare l’annoso e ormai strutturale problema del precariato in tutti i settori del comparto. Ricordiamo che quest’anno ci sono oltre 6.000 i precari nelle scuole abruzzesi, consolidando un dato ormai strutturale, ovvero circa il 20% dei lavoratori della scuola è precario. Al contrario, occorrerebbe intervenire con politiche per il reclutamento in grado di saper coniugare il rispetto dei diritti acquisiti e la continuità didattica con la qualità dell’offerta formativa;

·         Investimenti in tutti i nostri settori, a partire dal significativo incremento delle risorse per gli organici, il tempo scuola e il diritto allo studio; la  percentuale di alunni che frequentano il tempo pieno in Abruzzo è del 24%, a fronte di una media nazionale del 38% e percentuali al di sopra del 50% nelle regioni del centro nord;

·         Il blocco immediato di iniziative di disinvestimento come il dimensionamento scolastico. Le nuove norme prevedono un innalzamento dei parametri per l’attribuzione del numero di autonomie scolastiche, che vengono attribuite ad ogni regione in proporzione al numero degli alunni. La normativa, che si applicherà dall’a.s 2024/25, porterà al taglio di 13 Istituzioni scolastiche in tre anni in Abruzzo: dalle 190 attuali si passerà a 179 nell’a.s  2024/25 (177 nel 2026/27). Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà confermato, complice il costante decremento demografico, la nostra Regione rischia ulteriori tagli.

·         Il blocco immediato di ogni progetto di autonomia differenziata, tramite lo stralcio dell’istruzione e della ricerca dalle 23 materie regionalizzabili previste dal DDL Calderoli. Il diritto all’istruzione deve essere garantito ed esercitato in maniera uniforme in ogni angolo del Paese, mentre la cosiddetta “autonomia differenziata” spacca e disunisce il paese, riduce diritti e rappresenta il preludio alla privatizzazione della scuola pubblica così come già accaduto nella sanità in alcune regioni.