15 Novembre 2023 - 17:31:13
di Martina Colabianchi
È ancora in ospedale ma fuori pericolo la 34enne colpita ieri a Capestrano, con un coltello da cucina, dal marito 36enne dopo una violenta lite. L’uomo, unico indagato e presunto responsabile dell’aggressione, si trova ancora ricoverato, in gravi condizioni, in terapia intensiva all’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove è piantonato dai Carabinieri.
Vanno intanto avanti le indagini della compagnia dei Carabinieri di Sulmona che ieri hanno arrestato l’uomo con l’accusa di tentato omicidio. Almeno dieci colpi su varie parti del corpo: schiena, gambe, collo, mani. Poi, temendo di averla uccisa, ha tentato il suicidio con il mix di farmaci. I passanti, avvertendo le urla della donna, hanno chiamato i Carabineri. Per entrambi, trovati esanimi in casa, sono scattati i soccorsi con il trasferimento all’ospedale San Salvatore dell’Aquila.
I militari dell’Arma, su disposizione della Procura aquilana, hanno sequestrato l’abitazione di Capestrano dove è avvenuto il tentato femminicidio-suicidio mentre i due figli minori della coppia, che hanno assistito alla scena, sono stati affidati ad un familiare.
Il magistrato fisserà a breve l’udienza di convalida dell’arresto ma non si sa se l’uomo, vista la gravità delle sue condizioni, riuscirà a rispondere alle domande del magistrato.
Intanto questa mattina il Prefetto dell’Aquila ha incontrato il sindaco di Capestrano, Alfonso D’Alfonso, per porgere la vicinanza alla comunità ancora sotto shock. La coppia da anni viveva nel centro aquilano dove si era pienamente integrata. Lui muratore e barista. Lei addetta alle pulizie. Poi la follia dopo l’ennesima lite.
Il tentato femminicidio è accaduto proprio a dieci giorni dalla giornata dedicata alla violenza sulle donne. Il Comandante dei Carabinieri della Provincia dell’Aquila, Nicola Mirante, ha lanciato in proposito un appello alla sensibilità di chiunque a denunciare/segnalare ai presidi dell’Arma, capillari sul territorio della provincia, o tramite chiamata al 112, casi di violenza in danno di qualsiasi persona vulnerabile o che, come in molti casi, vedono le donne vittime di gravi forme di violenze che si manifestano sotto le diverse forme: fisiche, economiche, sessuali, persecutorie e psicologiche. Queste ultime più subdole, difficilmente constatabili rispetto a quelle fisiche, ma in pari misura fonte di sofferenza e conseguente danno, e che talvolta vedono le vittime spesso inconsapevoli rispetto a ciò che sta loro accadendo. La denuncia è in sostanza sempre l’arma vincente.
“È importante denunciare e intercettare la violenza al primo segnale – ha affermato Mirante – onde evitare aggressioni o, nella peggiore delle ipotesi, femminicidi“.