24 Novembre 2023 - 12:35:48
di Redazione
L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e la Corte dei conti ammoniscono il Comune dell’Aquila relativamente alla gestione degli appalti nel triennio 2020-2022, attestando “la violazione del divieto di frazionamento delle commesse e del principio di rotazione, con scarsa programmazione dell’ente”, oltre che “un modus operandi che, se reiterato, appare potenzialmente lesivo della regole della trasparenza delle pubbliche amministrazioni”.
A rendere pubblici i documenti, nel corso di una conferenza stampa, questa mattina, le forze di opposizione in Consiglio comunale. Nel fascicolo n°4872/2022, l’Anac ha selezionato le 10 stazioni appaltanti in Italia con maggiori soldi, tra le quali figura, appunto, L’Aquila, compiendo un’indagine sugli affidamenti diretti e procedure negoziate sottosoglia relative ai lavori pubblici (edilizia scolastica, manutenzione stradale, rifacimenti piazze e vie, sicurezza stradale, manutenzione aree verdi) del triennio 2020-2022 e sugli appalti di valore superiore ai 25 mila euro.
Dai dati forniti da Anac, sono state 243 le commesse totali di lavori, di cui 143 affidamenti diretti, 94 procedure negoziate senza previa pubblicazione e 7 procedure di evidenza pubblica. L’Anac rileva inoltre che ”l’affidamento diretto sia lo strumento più usato dal Comune dell’Aquila” e che un “ricorso così ampio a procedure semplificate costituisca sintomo di carenza di programmazione”. La Corte dei conti nella delibera dell’11 gennaio 2023, invece, pone in evidenza l’indagine sulle procedure di acquisto di beni e servizi realizzate dalle pubbliche amministrazioni. Sotto la lente, 86 determine di acquisto del Comune nell’anno 2021. “Determine – si legge nella delibera – di importo inferiore a mille euro in cui spesso si parla di affidamenti reiterati più volte ad uno stesso operatore”. “Non emerge – prosegue la Corte dei conti – il rispetto del principio di rotazione. Per importi pari o superiori a 5 mila euro si deve ricorrere al Mepa. Emerge, inoltre, una eccessiva frammentazione degli affidamenti, anche di modesta entità, e la presenza di determine di affidamento diretto di importi superiori a ai 5 mila euro”.
“Veniamo a scoprire che il Comune non ha risposto prontamente all’Anac, ma con tre mesi di ritardo -ha detto il consigliere Lorenzo Rotellini – Questo è un tutto dire, si delinea un sistema poco trasparente. Il Comune risponde con una nota parziale a febbraio e poi con una completa a marzo. Il Comune ha poi comunicato ai settori di attenersi a quanto detto dall’Anac. Si rileva, analizzando il tutto, un sistema quantomeno opaco, uno schema ben preciso per gli appalti e quello che faremo come opposizione sarà essere da pungolo”.
Il consigliere Paolo Romano ha precisato che la questione “si analizzerà in commissione Vigilanza e, in quella sede, si deciderà se portare tutti gli atti in Procura, quando avremo gli ulteriori documenti che richiederemo”.
La consigliera Stefania Pezzopane ha poi fatto valutazioni di natura politica, precisando che “L’Aquila è una macchina per soldi e una macchina di potere. L’Anac non ha più, inoltre, sistemi sanzionatori, però le sue osservazioni comportano un cambio di sistema. Nonostante le procedure semplificate, il sistema degli appalti fa comunque pena e andrebbe indagato. Sulla rotazione, nelle norme di semplificazione dal legislatore sono state agganciate altre norme equilibranti. Qui invece ci sono aziende, di certo meritevoli, su cui si accumulano molti appalti”.
Il consigliere Stefano Palumbo ha infine sottolineato come la carenza di programmazione, “sia una scelta ben precisa per ritrovarsi poi nelle condizioni di affidare un numero maggiore di incarichi a più soggetti, evidentemente per un esercizio di potere”.