Aree interne, PD: “L’Abruzzo ha perso cinque anni”
24 Novembre 2023 - 12:08:28
abruzzese e la perdita di equità e coesione tra i nostri territori con
l’abbandono, da parte della Regione, di politiche efficaci per le aree
interne. L’Abruzzo ha perso cinque anni di tempo e il risultato non può
che essere drammatico. La fotografia sulla nostra regione scattata
dall’ISTAT è impietosa: in pochi anni la diminuzione della sola
popolazione giovanile è del 15%”: lo dichiarano Daniele Marinelli,
Giacomo Carnicelli, Ermanno Natalini e Pamela Roncone, rispettivamente
segretario e responsabili coesione territoriale, aree interne e crisi
demografica del Partito Democratico abruzzese.
Proseguono: “Naturalmente questo dato va letto con quello sullo
spopolamento delle nostre aree interne, sempre in calo circa la
popolazione residente. Una rotta difficile da invertire e una situazione
aggravata, in Abruzzo, oltre che dalla crisi del 2008 e dalla pandemia
Covid, anche dagli eventi sismici del 2009 e degli anni 2016-2017. A
maggior ragione il nostro territorio avrebbe avuto bisogno di una
strategia chiara e di una cabina di regia capace, per frenare un
fenomeno così complesso, a partire dalla questione della classificazione
delle Aree Interne. È stringente la necessità di una analisi congiunta
di più parametri, geografici, economici, sociali, infrastrutturali, in
modo da ‘raffinare’ ulteriormente la classificazione e programmare, di
conseguenza, i fondi strutturali. Ciò che maggiormente spinge la
popolazione ad abbandonare le aree interne è la carenza di servizi unita
all’assenza di opportunità, prima fra tutte, di lavoro. I nostri Comuni
montani sono costretti da anni a vere e proprie battaglie, spesso in
solitaria, per ottenere uno sportello bancomat, per garantire la
medicina territoriale di base, per mantenere dirigenze scolastiche,
affermare l’importanza sui loro territori della banda larga, ribadire la
necessità di nuove infrastrutture e collegamenti. L’unico atto, in 5
anni, della Giunta Marsilio è una legge contro lo spopolamento con
incentivo sulla residenza nei Comuni delle aree interne. Una legge
vuota, con scarse risorse, che non affronta il problema e non produce
benefici, della quale sono note le degenerazioni. La tutela delle zone
montane passa certamente attraverso il contrasto allo spopolamento, ma
affrontandolo e intervenendo su: la difesa del suolo e l’assetto
idrogeologico; la tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale;
la tutela dell’identità storica e culturale; il potenziamento dei
servizi pubblici locali, dei servizi logistico-postali e dei servizi
socio-sanitari; la promozione dell’associazionismo; la promozione delle
attività artigianali e manifatturiere; il sostegno al sistema
dell’impiantistica sportiva, con particolare riferimento al sistema
neve; il sostegno al sistema turistico; il sostegno all’economia
circolare; la qualità delle infrastrutture viarie; la qualità e la
funzionalità delle infrastrutture immateriali; il sostegno alle attività
agricole e zootecniche; l’articolazione di un quadro di fiscalità di
vantaggio per l’insediamento imprenditoriale e residenziale. Tutto ciò
necessita di una approfondita conoscenza del territorio, di una visione
chiara e di capacità di programmazione. L’Abruzzo ha perso cinque anni”.