28 Novembre 2023 - 11:01:31
di Martina Colabianchi
Carlo Boccadoro sul podio, Davide Cabassi al pianoforte, Roberto Rigo alla tromba, con I Solisti Aquilani, sono i protagonisti del concerto di domani (mercoledì 29 novembre) all’Aquila. L’appuntamento con Musica per la città è fissato alle 18, nell’auditorium del Parco.
La direzione artistica è di Maurizio Cocciolito.
Il concerto si apre con la prima esecuzione assoluta di Yes, di Carlo Boccadoro, in veste di direttore oltre che di compositore. Figura poliedrica, spiega Carla Di Lena nelle note di sala, che unisce l’attività performativa a quella creativo-compositiva, fondatore di Sentieri Selvaggi – un progetto culturale che comprende un ensemble e un festival – Boccadoro è stato recentemente nominato Accademico di Santa Cecilia. Nel corso degli anni ha collaborato con artisti provenienti da mondi molto diversi tra i quali Riccardo Chailly, Beatrice Rana, Omer Meir Wellber, Gianandrea Noseda, Franco Battiato, Luca Ronconi, Enrico Dindo, Antonio Ballista, Eugenio Finardi, Mario Brunello, Roberto Prosseda, Claudio Bisio, Moni Ovadia, Andrea Lucchesini e molti altri ancora.
Il pianista Davide Cabassi ha debuttato a tredici anni con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano suonando Secondo Concerto di Šostakovič sotto la direzione di Vladimir Delman, esordio di una carriera come solista che da allora l’ha portato ad esibirsi con le maggiori orchestra europee ed americane. Una lunga collaborazione con il Teatro alla Scala l’ha portato a suonare per étoile quali Roberto Bolle, Svetlana Zacharova, Massimo Murru e Sylvie Guillem.
Roberto Rigo si è diplomato al conservatorio di Verona nel 2000. Ha collaborato in qualità di prima tromba con le più importanti orchestre italiane come, tra le altre, la Filarmonica della Scala, l’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e quella del Maggio Musicale Fiorentino.
Esattamente novant’anni fa, il 15 ottobre 1933, Dmitrij Dmitrievič Šostakovič, da solista alla Filarmonica di Leningrado, presentava al pubblico il suo primo Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra d’archi e tromba, in realtà un doppio concerto, dato che la tromba ha un ruolo solistico. Insolito abbinamento di strumenti solisti, per un pezzo che si presenta come una creazione piuttosto bizzarra, piena di citazioni e di sense of humor.
Nel repertorio per orchestra d’archi la Serenata opera 22 di Antonin Dvořák ha un posto speciale: coniuga l’origine settecentesca di una forma articolata in diversi movimenti ma dal carattere più lieve e libero rispetto ad altre forme sinfoniche.