Pietrucci: Alto Sangro abbandonato. La salute delle persone è il primo diritto che la destra calpesta

06 Dicembre 2023 - 12:11:22

Nel giorno dello sciopero nazionale di medici e infermieri è arrivata
ieri, puntuale e dolorosa, l’ennesima conferma dell’assurda situazione
sanitaria in cui versa il nostro territorio e, in modo particolare,
tutto il comprensorio dell’Alto Sangro.
Con sconcertante e odiosa superficialità, la ASL1 ha trasmesso una email
ai Sindaci dei Comuni interessati per comunicare che, per tutto il mese
di dicembre, Pescasseroli, Pescocostanzo e Castel di Sangro non avremo
guardie mediche.

La ragione è semplice e drammatica al tempo stesso: la mancanza di
professionisti.

Per cui il servizio di continuità assistenziale (cioè la garanzia di
avere sempre un medico disponibile per ogni esigenza sanitaria) si
attiverebbe solo con una deviazione di chiamata telefonica che ogni
medico, allo smontare del proprio turno, dovrebbe fare verso la sede di
continuità assistenziale più vicina.
Una vergogna, uno schiaffo a tutte le persone a partire da quelle più
fragili, anziani e bambini, che vivono in queste aree, un colpo
all’immagine e alla dignità di un territorio che, soprattutto nel
periodo natalizio, ospita turisti da ogni parte d’Italia.
Chi si riempie la bocca di “difesa delle aree interne e delle zone
montane” dovrebbe chiedere scusa a tutti i cittadini e ai Sindaci che
sono la prima autorità sanitaria del proprio paese e che vengono
abbandonati a sé stessi.

È importante che gli amministratori di Pescasseroli, Opi, Villetta
Barrea, Civitella Alfedena, Barrea Alfedena, Pescocostanzo, Scanno in un
incontro congiunto abbiano deciso una campagna di protesta “per il
manifesto pericolo che ne deriva per i più deboli dalla mancanza di
assistenza sanitaria dei servizi medici essenziali”.

Insieme ad altre emergenze della ASL1 questa situazione dimostra la
giustezza dello sciopero di ieri dei medici e del personale sanitario,
angosciato non solo dalle proprie condizioni di lavoro, ma da una
politica del governo che riduce risorse alla sanità pubblica e di fatto
privatizza il diritto alla salute.