11 Dicembre 2023 - 15:06:39
di Redazione
“Da oggi, L’Aquila non ritrova un pezzo di casa per tutti. Ricordo bene quel 21 febbraio 2010 con la protesta delle 1000 chiavi quando tornammo a piazza Palazzo, sopra le macerie del 6 aprile che riempivano la piazza e capimmo che bisognava ricostruire subito palazzo Margherita, la casa di tutti gli aquilani, la sede principale del Comune”.
Lo scrive sulla sua pagina Facebook il rappresentante della rete delle associazioni disabili cittadine Massimo Prosperococco, a margine dell’inaugurazione della sede comunale di palazzo Margherita.
“Purtroppo, sono passati 15 anni prima che in pompa magna fosse riconsegnato alla città il suo simbolo, la casa di tutti, la sede della Municipalità – aggiunge – In questi 15 anni da cittadino con disabilità ho avuto decine e decine di incontri con tutti quelli che pro tempore hanno occupato quello spazio, amministratori e tecnici, per ricordare e chiedere che l’ingresso principale, quello che da su Piazza Palazzo, quello con lo stemma della città e la bandiera italiana ed europea potesse essere l’ingresso di tutti, cioè universalmente accessibile. E infatti, così era stato programmato, era tutto a posto, si poteva fare, finché … poco più di un anno fa, mi è stato detto che il progetto era cambiato, non avrebbero eliminato le barriere architettoniche dell’ingresso principale del Comune”.
“Sono state fatte un sacco di vuote chiacchiere per giustificarsi e per dire che in fondo non gli fregava molto e le persone in carrozzina di questa città, le mamme con i passeggini, gli anziani con problemi di deambulazione, chi per un incidente si trova ad essere provvisoriamente persona con disabilità dovranno entrare dal portone posteriore, che non è altro che il passo carraio da cui entrano i mezzi di servizio – prosegue Prosperococco – Una indicibile vergogna che non ha giustificazioni e che fa rabbia, soprattutto dopo le decine di milioni spesi per il restauro di palazzo Margherita. Le soluzioni non invasive architettonicamente c’erano, bisognava soltanto curarne la realizzazione, per opera e responsabilità di chi pro tempore occupa la casa di tutti. Si è scelto di dare un brutto segnale, di relegare chi è in carrozzina a cittadino di serie B, di nascondere ipocritamente sul dietro le difficoltà delle persone disabili, concedendo loro solo l’ingresso di servizio, quello non ufficiale. Sono amareggiato, non per me, ma per tutte le persone con disabilità che nei prossimi decenni dovranno entrare in questo modo nella casa di tutti, nella sede del Comune dell’Aquila”.
Una sede comunale, precisa ancora, “discriminante per i più fragili”.
“Allora prendiamo atto di questo, ma non ci arrendiamo e pretendiamo almeno un segnale che indichi che gli ingressi hanno pari dignità. È una richiesta semplice – conclude – Chiediamo che siano esposte anche sul portone di piazza Santa Margherita la bandiera dell’Italia, dell’Europa e i simboli della Municipalità, per dare ufficialità a questo ingresso. Non sarebbe accettabile anche su questo un immotivato e arrogante “No” verso i più deboli. Ora quindi chiedo al sindaco, agli assessori, al presidente del Consiglio comunale, ai consiglieri tutti, maggioranza e opposizione: sul portone di Piazza Santa Margherita siano esposte le bandiere d’Italia e d’Europa e del Comune perché sia riconosciuta la dignità di questo ”ingresso per disabili” che nessuno desiderava, e che voi avete creato. È il minimo che potete fare per recuperare questa inutile e umiliante vergogna”.