29 Dicembre 2023 - 16:41:13
di Martina Colabianchi
“In cinquant’anni di onorata attività d’impresa non mi era mai capitato che un Governo lasciasse nell’incertezza fino all’ultimo giorno norme che riguardano non solo l’attività degli edili ma gli stessi cittadini che al super bonus 110% guardano con l’ansia di chi deve tenere in piedi l’intera economia familiare“.
Così, in una nota, il presidente di ANCE L’Aquila, Gianni Frattale, in merito allo stop al superbonus 110% deciso dal governo che, però, approva nuove misure per intervenire sulle agevolazioni edilizie in vista della scadenza del 31 dicembre.
L’agevolazione al 90 o al 110% spetterà esclusivamente per le spese sostenute entro fine anno mentre, dal 1° gennaio 2024, scenderà al 70% per i condomini e terminerà per le villette e le unifamiliari.
L’ANCE, già a livello nazionale, avverte da tempo della crisi che potrebbe coinvolgere migliaia di famiglie e di imprese della filiera delle costruzioni impegnate su questo mercato.
“A due giorni dalla fine dell’anno e dalla possibilità di rendicontazione dei lavori, – prosegue Frattale – le imprese non sanno ancora come comportarsi. Uno stillicidio che dura da quando il Superbonus, da specchietto per le allodole di tutti i partiti è diventato materia “radioattiva” come oggi lo si definisce. Attendevamo soluzioni dal Decreto pubblicato oggi che invece porta altra confusione interpretativa che neppure gli addetti ai lavori sanno sciogliere con certezza a due giorni dalla scadenza delle rendicontazioni necessarie per avere la copertura delle spese sostenute“.
“La nostra categoria aveva proposto un SAL intermedio da rendicontare al 31 dicembre per chiudere le spese del 2023, rientranti nel 110%, e aprire quelle del 2024 al 70%. Ora si parla di asseverazione. Va bene qualunque cosa, purché annunciata per tempo. Come si fa a fatturare entro dopodomani i lavori eseguiti e caricarli sul portale dell’Enea che già oggi risulta in tilt da quanto riferito dalle nostre imprese? Dobbiamo forse presupporre la concessione di un termine successivo per il caricamento non riportato dal Decreto? E quando verrà definito questo termine?“.
“Punti interrogativi sostanziali a cui il Decreto non dà risposte – prosegue ancora il presidente ANCE L’Aquila -. Attendiamo che i nostri rappresentanti in Parlamento si pronuncino su questioni per noi cruciali, come pure sugli effetti delle modifiche nelle aree sisma, augurandoci che non vengano adottate altre ghigliottine sommarie e che si voglia cercare una soluzione responsabile“.
“I ritardi sui lavori, va ricordato, non sono stati causati da negligenza delle imprese, ma dalla confusione che il Governo ha impresso a questo tema fin dal suo insediamento tenendo in agonia le imprese e le famiglie fino all’ultimo minuto. A noi e ai cittadini resta l’amarezza di essere stati traditi da leggi dello Stato. A tutti è chiaro che per calcolo politico, invece di gestirla e rimodularla, si è voluto criminalizzare una misura che pure ha permesso al Paese di uscire dalla pandemia con un’economia ineguagliata in Europa e su cui tutti i partiti hanno cercato di lucrare elettoralmente, lasciando sul campo morti e feriti“.
“Rischioso fare impresa in un Paese come questo“, questa l’amara conclusione di Frattale.