30 Dicembre 2023 - 18:25:48

di Martina Colabianchi

La possibilità per entrambi i genitori di prendere un congedo dal lavoro alla nascita di un figlio o di una figlia, mantenendo la propria retribuzione. È questo il Congedo paritario per la condivisione della cura nella famiglia che il PD ha chiesto di inserire nella legge di bilancio 2024 con un emendamento sostenuto da tutte le opposizioni. L’emendamento prevedeva l’estensione del congedo di paternità, pienamente retribuito, dagli attuali 10 giorni a 5 mesi“.

Questo l’incipit di una nota delle Democratiche aquilane in merito a quello che definiscono “un primo passo che avrebbe dato la possibilità, a entrambi i genitori, di essere pienamente e ugualmente coinvolti nel compito di cura di figlie e figli” e che, invece, è stato bocciato dal Governo.

Una misura – proseguono – che l’Unione Europea invoca da anni, auspicando almeno 4 mesi di congedo per ciascun genitore, e divenuta già realtà in molti paesi europei:

in Spagna – 16 settimane di congedo non trasferibile per ciascun genitore, di cui 6 obbligatorie per entrambi i genitori nelle 6 settimane che seguono il parto;

in Svezia – 8 mesi di congedo, pienamente  retribuiti, per ciascun genitore, di cui 3 non trasferibili all’altro genitore; 

in Germania – 3 anni di congedo da suddividere tra i due genitori“.

In Italia, invece, – proseguono ancora le Democratiche – il congedo per i neo papà viene congelato da questo Governo a 10 giorni. Una scelta che conferma una visione di famiglia non rappresentativa della realtà e in cui la cura resta solo a carico della donna“.

“Il congedo paritario rappresenterebbe anche un primo necessario passo sulla strada per l’uguaglianza di genere. Tra i neogenitori che nel 2022 hanno presentato dimissioni di lavoro, infatti, il 72,8% sono state donne, ben 44mila. Il 63% di queste donne indica tra le motivazioni della dimissione la fatica di tenere insieme lavoro di cura e impiego, e ciò accade anche nel nostro territorio che presenta una ulteriore aggravante costituita dalla carenza di servizi, in particolare nelle aree montane”.

Come Democratiche dell’Aquila – continuano – ci sembra inaccettabile la propaganda del Governo che strumentalizza il tema del sostegno alla famiglia. La sostiene a parole ma nei fatti la nega. Bocciando l’emendamento che garantirebbe a entrambi i genitori di conciliare la propria vita familiare con quella lavorativa, rinnega un fondamentale supporto e si allontana dal pensiero di tante e tanti che vedono il parto, la nascita e la cura come condivisione“.

Per questo, ci rivolgiamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che è stata eletta in Parlamento nel nostro collegio e che, come tale, è di fatto una rappresentante istituzionale di questo territorio: intervenga affinché il congedo paritario possa essere approvato entro il 2024. Lo diciamo a una premier donna: bisogna battersi per le altre donne, il soffitto di cristallo non si abbatte da solo, non si rompe perché abbiamo una Presidente del Consiglio donna, se le altre donne del Paese non arrivano neanche a vederlo“, concludono.