02 Gennaio 2024 - 10:15:36
di Redazione
Hanno trascorso il primo giorno dell’anno in viaggio per Riyad, dove sono arrivati ieri sera e da dove ora si sposteranno per raggiungere la millenaria città di Alula dove, venerdì prossimo, 5 gennaio, partiranno per la 46esima Dakar, la più famosa, dura e suggestiva gara di rally al mondo.
Per Tito e Silvio Totani, imprenditori dell’Aquila, si tratta della quinta partecipazione, la seconda in Arabia Saudita dopo quella del 2022.
All’edizione numero 46 dell’iconica gara, i Totani corrono con la stessa auto dell’altra volta: una Nissan Patrol GR Y62, 4.800 cc benzina, 6 cilindri, 320 cavalli, allestita con cerchi Braid, ammortizzatori Oram, pneumatici Toyo M/T Open Country. Una vettura che era stata imbarcata già all’inizio di dicembre per essere sottoposta alle consuete verifiche tecniche e amministrative.
L’equipaggio dei Totani è uno dei pochissimi italiani iscritti nella categoria “T1 quattro ruote motrici”, sono circa mille i partecipanti alla gara e 12 le tappe – con partenza da Alula e arrivo il 19 gennaio a Yanbu, sulle rive del Mar Rosso – per un percorso di circa 7.900 km da compiere in due settimane attraverso vasti deserti, dune implacabili e paesaggi incantevoli.
L’inizio, venerdì prossimo – cinque giorni dopo rispetto alle ultime edizioni quando si partiva il 31 dicembre – è costituito da un prologo di 158 km attorno alla città. Solo uno il giorno di riposo, previsto per il 13 gennaio a Riyad.
La vettura, che i Totani chiamano “Tanit” con un evidente richiamo dalla divinità fenicia e cartaginese – quindi un simbolo benaugurante di abbondanza, fertilità e protezione, legato al significato di “Dea Madre” – ha subito ulteriori modifiche rispetto all’edizione 2022: “Abbiamo dovuto apportare delle modifiche per rispettare il regolamento, che ogni anno cambia per tutelare la sicurezza generale”, ha detto Tito, “quindi migliorie sulle protezioni dei serbatoi, paratie e altri sistemi di sicurezza per i piloti”.
“Quest’anno c’è stato un aggiornamento nell’omologazione, quindi abbiamo dovuto adeguare tutto l’equipaggiamento ai nuovi standard richiesti dalla Federazione automobilistica”, ha spiegato Silvio, ricordando come “una macchina da gara va svuotata totalmente, va rinforzata nella trasmissione, nelle sospensioni, va tolto tutto quello che può pesare a va rinforzata perché se ne farà un uso molto gravoso. Alla Dakar è come se la macchina facesse 200mila chilometri in 15 giorni!”.