09 Gennaio 2024 - 19:16:11

di Giustino Masciocco

Dopo la presentazione dei nomi delle candidate e dei candidati alle prossime elezioni regionali, riguardanti la lista della provincia dell’Aquila del Partito Democratico, abbiamo intervistato il segretario cittadino Nello Avellani, che ringraziamo per la disponibilità, al quale abbiamo posto delle domande:

Come Partito Democratico, avete presentato agli elettori la composizione delle liste per il prossimo rinnovo del Consiglio Regionale. Nel leggere l’elenco delle candidate e dei candidati, si notano molte figure già in campo da tempo, mentre qualche sorpresa si è avuta, per quanto riguarda i candidati che possono rappresentare Sulmona e l’Alto Sangro. Avete avuto problemi “politici” oppure “personali” nel chiudere la discussione?

Innanzitutto, mi lasci dire che la lista approvata all’unanimità dall’assemblea provinciale è decisamente più strutturata di quella che venne presentata cinque anni fa, alle passate elezioni regionali; è una lista larga, plurale, capace di rispondere alle istanze dei diversi territori e che presenta sette candidature forti, donne e uomini che possono ambire, tutte e tutti, all’elezione. Mi lasci aggiungere che non era affatto scontato si arrivasse ad un voto unanime. Va dato merito al gran lavoro svolto dal segretario provinciale Francesco Piacente, ed è emblematico, in questo senso, ciò che è accaduto proprio a Sulmona e in Alto Sangro dove i circoli, insieme, hanno indicato due candidature rappresentative delle istanze di quel territorio. Se si pensa a ciò che era accaduto proprio lì cinque anni fa, non si può che apprezzare il lavoro di ricostruzione del partito portato avanti in questi anni. Se problemi ci sono stati, sono stati di abbondanza: se nel 2019 era stato difficile trovare candidati, stavolta ce n’erano troppi, tant’è vero che l’assemblea ha approvato una deroga per consentire ad Antonio Ginnetti di essere l’ottavo candidato del Pd della provincia dell’Aquila, sebbene in una lista civica della coalizione. E anche questo è un segnale decisamente positivo. Poi, è chiaro che la composizione di una lista di sette candidati impone delle scelte che possono aver lasciato qualche insoddisfazione: i problemi personali, però, non sono categoria della politica, e il Pd della provincia dell’Aquila credo abbia dimostrato di saper discutere in termini politici. D’altra parte, siamo l’unico partito che compone le liste con un coinvolgimento forte delle strutture territoriali.

La lista riguardante la provincia dell’Aquila vede riconferme di amministratori che corrono per il terzo mandato, altri che sono già stati consiglieri, novità assolute per quanto riguarda la presenza di candidature di genere. Una lista che sembra equilibrata anche sotto il profilo territoriale: vuole darci la sua valutazione indicandoci sia i punti di forza della lista e dei suoi componenti, sia i punti di debolezza, se ce ne sono?

Per ciò che attiene il terzo mandato, è previsto da una modifica allo statuto approvata anni fa. Non era un obbligo ricandidare gli uscenti, ma si è deciso di farlo in tutte le province per il lavoro difficile che i nostri consiglieri hanno profuso in questi anni, in Consiglio regionale, nel contrasto all’arroganza e all’incapacità amministrativa della destra di Marsilio. Ci sono, poi, sindaci, amministratrici e amministratori che raccontano del radicamento e del buon governo del Pd sui territori, oltre a personalità meno legate al mondo della politica, e che danno sostanza all’apertura che il partito ha perseguito con coraggio in questi anni. Parlo per i candidati dell’area aquilana: Pierpaolo Pietrucci rappresenta la continuità, il proseguimento di un lavoro importante svolto in questi anni per le nostre aree interne e per la città capoluogo di Regione; Rita Innocenzi, invece, figura di spicco del mondo sindacale regionale, incarna il percorso necessario di apertura e rinnovamento su cui, all’Aquila, abbiamo investito davvero, a partire dalla Costituente avviata dalla segreteria di Emanuela Di Giovambattista. E mi lasci dire un’ultima cosa; in questi giorni, su alcuni organi di stampa ho letto ricostruzioni di presunte spaccature interne al partito aquilano, di guerre generazionali e persino di sostegni ad altre liste: niente di tutto questo. Vorrei chiarire che si è arrivati alla scelta dei due candidati del territorio a seguito di incontri con i circoli e di assemblee aperte agli iscritti che, a valle di questo lavoro, hanno approvato all’unanimità dei presenti le candidature di Pietrucci e Innocenzi. Credo sia stato un importante esercizio di democrazia interna, di cui avere rispetto. E sebbene il nostro sia un partito plurale, che discute e si confronta, anche da posizioni diverse, non ho dubbi che, in questi mesi di campagna elettorale, lavoreremo tutte e tutti insieme, pancia a terra, per sostenere i nostri candidati e per far ottenere il miglior risultato possibile al Pd in provincia dell’Aquila. L’avversario politico non è dentro il partito, ma fuori; l’obiettivo è mandare a casa Marsilio e la sua Giunta.

Altre liste concorrenti, ma in coalizione, stanno candidando esponenti molto attivi nel terzo settore, nel sociale nella difesa delle “libertà”: vi preoccupa sotto il punto di vista elettorale? oppure una “copertura” a sinistra permette al Partito Democratico di non essere troppo schiacciato a sinistra?

Non ci preoccupa affatto, anzi. Crediamo che, a livello regionale, si sia fatto un lavoro straordinario per la costruzione di una coalizione inedita, larga e plurale, che va dai moderati alla sinistra: era quello che serviva per contrapporre alle destre una proposta politica credibile. In questo senso, il Pd si è adoperato con spirito coalizionale, conscio di non essere autosufficiente ma con la consapevolezza che, senza di noi, non ci sono alternative possibili. E i sondaggi pubblicati in queste settimane ci danno ragione. C’è un dato, in particolare, che mi pare significativo: come prevedibile, Marsilio è conosciuto dalla stragrande maggioranza degli abruzzesi ma gode di scarsa fiducia; al contrario, il nostro candidato presidente Luciano D’Amico, la migliore scelta possibile che la coalizione di centrosinistra potesse fare, pur essendo ancora relativamente poco conosciuto, è apprezzatissimo. Ciò significa che ci sono margini di crescita straordinari. Ciò significa che la sfida è assolutamente contendibile. Non si fosse lavorato ad una larga coalizione, oggi staremmo raccontando un’altra storia. Per questo, l’auspicio è che tutte le liste della coalizione siano forti e competitive: siamo tutte e tutti chiamati al massimo impegno. Per ciò che attiene i posizionamenti politici, infine, la segreteria Schlein sta restituendo una identità chiara e forte, di sinistra, al Partito Democratico.

L’Abruzzo è l’unica regione in cui, la coalizione che appoggia il candidato Luciano D’Amico, raccoglie tutte le forze politiche in antitesi alle destre. C’è il Partito Democratico, il M5S, Azione, Sinistra Italiana, Italia Viva, i Verdi, il massimo possibile, basterà a farvi vincere le elezioni? Oppure, in caso di sconfitta, potrebbe essere portato ad esempio come una coalizione improbabile?

Come detto, siamo convinti che la sfida sia assolutamente contendibile. La partita è aperta, possiamo battere la destra e possiamo farlo proprio qui, in Abruzzo, da dove è partita la scalata di Fratelli d’Italia al governo. Sarebbe un segnale politico dirompente per tutto il Paese. In questo senso, l’Abruzzo non è un esperimento ma indica piuttosto una strada, anzi ‘la’ strada da seguire, quella, cioè, di un fronte progressista ampio che rappresenti una alternativa vera e credibile alle destre sovraniste e populiste. È questa la strada, non ce ne sono altre. Lo dimostreremo il 10 marzo.