11 Gennaio 2024 - 10:13:17

di Redazione

Nuovo presidio, questa mattina, dei lavoratori del call center Tecnocall di fronte alla sede della Prefettura dell’Aquila.

La mobilitazione indetta in tutti i siti produttivi del paese si svolge questa mattina in concomitanza con il programmato e poi annullato incontro presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

All’Aquila sono oltre 100 i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro a causa del mancato ripristino della clausola di salvaguardia cancellata nel decreto Energia, nel passaggio dal mercato tutelato a quello libero.

I lavoratori incontreranno il vice prefetto vicario Ernesta D’Alessio.

“Sono ore drammatiche – affermano i lavoratori – Sono ore decisive. Ieri si sono svolte le aste per assegnare i clienti del servizio di maggior tutela, quei clienti in parte oggi assistiti dalle Lavoratrici e dai Lavoratori di Tecnocall. Il risultato delle aste produrrà nuova marginalità, nuova crisi sociale, nuova disperazione”.

“In queste ore decisive avremmo avuto bisogno di sostegno unanime e forte di tutti gli attori – aggiungono – Li abbiamo cercati. Li abbiamo sollecitati.  Ora però non basta più una vicinanza di facciata, distratta e di circostanza della politica e delle istituzioni locali. Il tempo è scaduto. Ora è il tempo di impegno e risposte. Ora è il tempo di praticare realmente una comunità di intenti a difesa del lavoro. Oggi presidieremo la Prefettura dell’Aquila affinché il rappresentante territoriale del Governo del paese possa ascoltare ancora una volta il nostro appello ed il nostro dolore“.

“In questa partita non sono previsti tempi supplementariLa partita o si vince o si perde. Noi vogliamo vincerla – concludono – Siamo consapevoli che la battaglia ha bisogno di sostegno collettivo, territoriale, di tutti insomma. Nessuno può sentirsi salvo o immune da responsabilità. Ognuno per il proprio conto e per il proprio grado di responsabilità. Come sempre, chi più può più deve dare. Le  responsabilità sono collettive ma anche individuali. O vinciamo tutti o saremo tutti responsabili. Noi lo siamo dal primo momento. Noi non vogliamo lasciare nulla di intentato. Alcuni silenzi ci hanno fatto e ci fanno male. Oggi faremo ancora una volta sentire la nostra voce. Vorremmo con noi la città intera. Vorremmo sentirci ascoltati e compresi.  Vi assicuriamo, troveremo il modo. Non possiamo accettare che i rappresentanti di  questa collettività possano  sentirsi fuori da questa partita“.