12 Gennaio 2024 - 00:01:00
di Martina Colabianchi
Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, è intervenuto sulla spinosa questione della riduzione della riserva naturale del Borsacchio, voluta da un emendamento alla Legge regionale di bilancio presentato da Emiliano Di Matteo come primo firmatario e che taglierebbe la riserva regionale riducendola dagli originari 1.000 a soli 24 ettari.
Il Presidente decide di ricostruire cosa è accaduto nella seduta del Consiglio regionale di quella fatidica notte poco prima di Capodanno, quando l’emendamento sarebbe stato approvato, secondo le opposizioni e le associazioni ambientaliste, in sordina.
Marsilio, in un lungo video, accusa le opposizioni di diffondere falsità in merito a quella notte: “Per fortuna oggi le sedute del Consiglio regionale vengono riprese e sono facilmente scaricabili da internet. Alle 22.30 Sospiri apre la seduta e annuncia i provvedimenti che verranno messi al voto, li comunica attraverso e-mail a tutti i consiglieri regionali e solo alle 00.10 inizia l’esame. Questo significa che i consiglieri hanno avuto più di un’ora per leggere gli emendamenti, comprendere se fossero approvabili o meno e presentare eventuali contro emendamenti“.
Quando, a mezzanotte inoltrata, Sospiri legge l’emendamento in questione, Marsilio spiega che un consigliere di minoranza avrebbe chiesto spiegazioni sul contenuto e che questo sia stato letto, quindi, in aula. Dopodiché, alcuni consiglieri di minoranza si sarebbero dichiarati prima contrari, per poi invece astenersi. Tra questi, secondo la ricostruzione di Marsilio, ci sarebbero anche i consiglieri del Partito Democratico definiti, dal presidente di Regione, “stracciatori di vesti” in quanto sarebbero gli stessi che, dal giorno seguente, hanno lanciato l’allarme sulla pericolosità dell’emendamento approvato.
Poi Marsilio passa a parlare della riserva del Borsacchio che, dice, non sarebbe definibile “riserva” in quanto in 18 anni, dalla sua istituzione nel 2005, non avrebbe mai fatto “alcuna attività ufficiale“, essendo stata affidata di fatto ai soli volontari che organizzerebbero passeggiate all’interno dell’area che, dice sempre il presidente, non hanno bisogno che un luogo venga riconosciuto come riserva per potersi svolgere. Oltretutto, l’istituzione della riserva sarebbe anche andata a danno dei residenti del luogo, in quanto sarebbe stata causa dello scatto di numerose clausole di salvaguardia “che impediscono qualsiasi tipo di attività ordinaria“, con conseguenti “attività agricole che fanno fatica svilupparsi e persone denunciate o multate severamente per aver potato i propri alberi senza il permesso di chissà chi. Questo ha portato ad un conflitto – prosegue Marsilio – che ha reso la riserva non un’opportunità di crescita per tutta la comunità, ma un problema, se non addirittura un flagello, per i residenti vicini“. Questo sarebbe l’errore a cui l’emendamento in questione, quindi, cercherebbe di porre riparo secondo quanto dichiarato da Marsilio.
Marsilio, nel corso del video, smentisce poi la paventata cementificazione dell’area sottratta alla riserva:
“C’è un piano paesistico regionale e una nuova legge urbanistica, approvata dopo quarant’anni, che fa della sostenibilità la strada maestra con la quale confrontarsi, e c’è il piano regolatore del Comune di Roseto. Anche se questo decidesse di costruirci sopra i palazzi non potrebbe, perché confliggerebbe con le normative provinciali e regionali“.
“Un ulteriore problema è che il Comune di Roseto – continua ancora – non ha mai approvato né un piano di assetto, né un piano pluriennale di attuazione“. Proprio il piano d’assetto è stato messo all’ordine del giorno del Consiglio comunale straordinario di Roseto in programma oggi.
“Il Comune di Roseto ha posto, all’ordine del giorno, l’approvazione del piano d’assetto – prosegue il presidente di Regione -. Spero che il Consiglio sia occasione per confrontarsi e non per fare propaganda, e permetta di approvare un piano comune. Poi, però, Roseto deve andare avanti ed approvare il piano pluriennale di attuazione, che dal 2016 è rimasto chiuso dentro al cassetto quando, invece, bisognava approvarlo insieme. Approvare un piano d’assetto senza stabilire, con il piano di attuazione, quali sono le attività che si fanno, come si nomina e chi compone il comitato di gestione e chi gestisce, quindi, la riserva e chi la valorizza, non è possibile. La riserva rimarrebbe zoppa”.
“Roseto deve anche investire, – conclude Marsilio – perché i comuni che hanno delle riserve sono comuni che, normalmente, mettono a disposizione immobili per le sedi, per musealizzare quello che vi è di importante da mostrare ed esporre, che mettono anche un po’ di soldi per sviluppare le attività. Spero che la nuova amministrazione voglia anche porre rimedio a questo vulnus che ha pregiudicato il rapporto tra la riserva del Borsacchio e i propri cittadini“.