15 Gennaio 2024 - 19:26:17
di Martina Colabianchi
Un operaio di 46 anni di Lanciano è morto, questa mattina, dopo essere stato schiacciato da un tubo metallico mentre stava lavorando con una pressa in una fabbrica dell’indotto automotive ad Atessa.
Secondo una prima ricostruzione, l’operaio stava lavorando con una pressa quando è stato colpito all’altezza dell’addome da un tubo metallico espulso dalla macchina.
Apparso da subito in gravissime condizioni, l’uomo è morto poco dopo nonostante l’intervento del
118 e dell’elisoccorso da Pescara. Il macchinario è stato posto sotto sequestro dalla magistratura.
Durissima la reazione dei sindacati, con Fiom Cgil Chieti e Fim Cisl Abruzzo Molise che hanno indetto in Proma Spa, l’azienda scenario dell’incidente, due ore di sciopero per domani da effettuarsi nelle ultime due ore di ciascun turno.
“Quello accaduto oggi durante lo svolgimento dell’attività lavorativa è l’ennesimo incidente mortale che capita nel nostro Paese e nella nostra regione – scrivono -. Angoscia, sgomento e rabbia sono i sentimenti che viviamo in questi giorni che ci spingono ad alzare, ancora di più, il livello di impegno contro questa vergogna. Ancora un Lavoratore precario che lavorava nella speranza di avere un posto fisso“.
“In Italia, gli incidenti sul luogo di lavoro non sono il risultato di eventi fatali – prosegue la nota -. Troppo frequentemente, queste tragedie evidenziano la mancanza di adeguate misure preventive e di sistemi necessari per assicurare la protezione e la sicurezza dei lavoratori. Le condizioni di lavoro in molte aziende sono troppe volte trascurate, con scarsa considerazione per l’importanza della prevenzione. Le iniziative di sensibilizzazione riguardo alla sicurezza sul lavoro vengono spesso considerate costi invece che investimenti nelle persone e nel loro futuro. Inoltre, l’aspetto economico talvolta prevale sulle leggi che mirano a regolamentare il lavoro, portando a una deregolamentazione dannosa“.
“È imperativo che la salute e la sicurezza siano prioritarie in tutti i contesti lavorativi, al fine di contrastare queste tragedie e rendere i lavoratori più forti nella difesa dei propri diritti. Inoltre, è essenziale potenziare l’attività ispettiva degli enti preposti, spesso soggetti a tagli da parte dei governi. La promozione di una cultura diffusa della sicurezza contribuirà a garantire un ambiente lavorativo più sano e sicuro per tutti”.
“Un lavoratore quando esce di casa deve poter tornarci riportando il frutto del proprio lavoro ai propri cari. Non è possibile uscire senza poter tornare. Il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare“, concludono Fiom Cgil Chieti e Fim Cisl Abruzzo Molise.
Si esprime sulla vicenda anche il Coordinamento USB lavoro privato Abruzzo e Molise, che torna a proporre l’introduzione di un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro.
“Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole“, scrivono in una nota.
Sulla proposta dell’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e di “lesioni gravi e gravissime“, il sindacato sta già “raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema. L’Usb ha ribadito anche nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che non bastano formazione ed informazione ma serve ben altro per fermare questa carneficina“.
“Nei prossimi giorni – concludono – programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che, se vi sono responsabilità, chi le ha deve pagare con la galera“.
“L’infortunio costato la vita all’operaio della Proma Spa oggi in Val di Sangro fa salire ancora la statistica delle morti sul lavoro in Abruzzo, una lista lunga, che vede la provincia di Chieti con la maglia nera per casi e gravità degli incidenti. Nell’essere accanto alla famiglia del 48enne lancianese scomparso stamane, ribadiamo a gran voce l’esigenza di fare della sicurezza sul lavoro una priorità vera, come abbiamo più volte chiesto al governo regionale in questi anni“, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci.
“Il lavoro deve essere sicuro e le condizioni di lavoro devono essere monitorate da tutti i soggetti ed enti che ne hanno la competenza: per queste ragioni nei mesi scorsi ho presentato un accesso agli atti alla Regione per sapere cosa il centrodestra ha fatto sul fronte della prevenzione – incalza Paolucci – . La mancanza di un concreto riscontro sulle azioni portate avanti è inaccettabile in una regione che ha avuto tanti morti negli ultimi anni, mettendosi fra quelle con le statistiche peggiori, tanto da collocarci fra le zone rosse a livello nazionale e fra le regioni peggiori d’Italia, con un’incidenza di morti sul lavoro maggiore del 25 per cento rispetto a quella nazionale. Evidente che serve un’azione più incisiva su questo tema, un’attenzione che come centrosinistra reclamiamo da cinque anni, insieme a politiche di sostegno a piccole, medie imprese e lavoratori. Ci stringiamo a questa nuova famiglia colpita da una perdita prematura e grave, ma non smetteremo mai di gridare a gran voce che le istituzioni devono fare la propria parte perché simili tragedie si verifichino sempre meno“.