18 Gennaio 2024 - 10:04:44
di Martina Colabianchi
Avevamo raccontato, la scorsa estate, il successo della raccolta firme a sostegno della legge di iniziativa popolare sul “fine vita” in Abruzzo. Di firme ne erano state raccolte 8000, a fronte delle 5000 necessarie, e a consegnarle all’Emiciclo, sede del Consiglio regionale, fu proprio Marco Cappato in persona.
Dopodiché, nel giro di due mesi, un altro importante passo sembrava essersi compiuto: la Regione comunica la ricevibilità della proposta di legge elaborata dall’associazione Luca Coscioni. A settembre anche la Corte costituzionale ha dato il via libera all’iter.
Nello specifico, lo ricordiamo, il testo mira a definire tempistiche e procedure certe per i malati in possesso delle condizioni dettate dalla Consulta: in assenza di una legge nazionale e di leggi regionali, la morte volontaria assistita è regolamentata, infatti, dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Marco Cappato/Dj Fabo, che proprio grazie all’impegno di Cappato ha legalizzato l’accesso alla procedura, ma solo a determinate condizioni: bisogna essere pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli, affetti da una patologia irreversibile fonte di intollerabili sofferenze e tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.
Ad oggi, la proposta di legge popolare è ferma in Commissione sanità regionale e, a quanto si apprende, non è stata ancora calendarizzata.
Ora, visto che l’Abruzzo andrà alle regionali il prossimo 10 marzo e che l’ultimo consiglio regionale si terrà il 30 gennaio, è impossibile che il testo possa approdare in aula, e tutto quindi verrà eventualmente rimandato alla prossima legislatura.