18 Gennaio 2024 - 12:32:20
di Martina Colabianchi
Hanno incrociato le braccia, in queste ore, gli addetti ai servizi di documentazione degli atti processuali impiegati al ministero della Giustizia. Alla base della protesta, proclamata dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, le condizioni di lavoro precarie e inadeguate dei circa 1500 fonici, trascrittori e stenotipisti impiegati nel servizio.
La mobilitazione è stata supportata da un presidio nazionale a Roma davanti la sede del Palazzo di Giustizia in Piazza Cavour, autorizzato dalle 10.00 alle 13.00.
I sindacati stigmatizzano l’assenza di sviluppi concreti nell’annosa vertenza; nulla è seguito alle dichiarazioni di intento del ministero annunciate in occasione dell’ultimo incontro del 21 dicembre convocato nell’ambito della procedura di raffreddamento attivata dopo la proclamazione dello stato di agitazione; il dicastero, pur avendo risposto positivamente alla richiesta sindacale di internalizzare tutte le lavoratrici e i lavoratori impiegati nell’appalto, allo stato non ha ancora dato avvio al processo di internalizzazione, né paventato una precisa e concreta prospettiva temporale per la stabilizzazione dell’occupazione.
Insufficiente per i sindacati il riscontro alla richiesta di contrattazione di anticipo sulla gara di appalto, prossima alla scadenza, rispetto alla quale, in conseguenza dell’applicazione della riforma Cartabia, potrebbero verificarsi ripercussioni sui livelli occupazionali e salariali attuali.
Sullo sfondo, proprio a causa delle modalità di attuazione della riforma Cartabia del processo penale telematico, resta una grande confusione che si ripercuote sulle lavoratrici e sui lavoratori in appalto alle prese con l’utilizzo dei nuovi impianti senza aver ricevuto una formazione adeguata e certificata.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti in particolare rivendicano: l’avvio di una procedura di internalizzazione che preveda l’assunzione da parte del Ministero della Giustizia di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori impiegati nell’appalto; la garanzia che, nella fase di attuazione della Riforma Cartabia e di gestione del servizio in appalto, rimangano invariati i livelli occupazionali e salariali attuali; la richiesta di erogazione, da parte dello stesso Ministero, di un percorso di formazione che certifichi le professionalità. Temi sui quali le organizzazioni sindacali chiedono l’attivazione di un tavolo di contrattazione permanente.