19 Gennaio 2024 - 10:52:28
di Redazione
“Il cantiere della Snam, a Case Pente di Sulmona, per la realizzazione della centrale di compressione, è illegale. Lo abbiamo scritto nei nostri comunicati, lo abbiamo scritto sui cartelli nelle manifestazioni davanti al cantiere, lo abbiamo scritto in un esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona”.
Lo ribadiscono con forza i Comitati cittadini per l’ambiente e il Coordinamento No Hub del Gas.
“Ora arriva la notizia, pubblicata dalla stampa nazionale e locale, che i lavori per la realizzazione della centrale inizieranno entro il mese di maggio. Ma come? Non erano iniziati il primo marzo dello scorso anno, come la Snam aveva comunicato al Comune di Sulmona? Quando, nel febbraio del 2023, la Snam annunciò l’apertura del cantiere a Case Pente noi dicemmo subito che quello del primo marzo non poteva essere l’inizio dei lavori della centrale perché non erano state adempiute le 22 prescrizioni ante operam stabilite dal Decreto V.I.A. come condizione per il rilascio della compatibilità ambientale dell’opera“, dicono i comitati.
“Pertanto, l’apertura del cantiere era solo un escamotage per evitare la decadenza dell’autorizzazione a costruire che infatti sarebbe scaduta pochi giorni dopo, il 7 marzo – proseguono – Poiché l’autorizzazione è scaduta il 7 marzo e non risulta che sia stata prorogata, su quali basi legali il cantiere continua ad andare avanti? La Snam, con l’arroganza che la contraddistingue, continua a voler imporre al nostro territorio un’opera che, non solo non ha un titolo giuridico per essere realizzata, ma è anche molto pericolosa. Che questi impianti siano una minaccia per la pubblica incolumità è confermato dal grave incidente verificatosi nella centrale di stoccaggio gas di Fiume Treste a Cupello dove un incendio si è sviluppato nella notte di due giorni fa. E’ una ulteriore conferma di quale sia il livello di sicurezza tanto decantato dalla Snam“.
“La Snam ha sempre garantito che i propri impianti – metanodotti, centrali, stoccaggi – sono sicuri, ma è la realtà a smentirla. Se un incendio si è verificato nel più grande stoccaggio d’Italia (della Stogit, al 100% controllata dalla Snam), dove sono stipati quattro miliardi di metri cubi di gas e perciò immaginiamo che sia super controllato, chi può escludere che in futuro un incidente simile possa verificarsi nella centrale di Sulmona? Le esplosioni di metanodotti possono provocare disastri, come dimostra il caso di Mutignano di Pineto (TE) del 6 marzo 2015. La casa più vicina, fortunatamente non occupata in quel momento, venne completamente sventrata, le auto parcheggiate davanti alle abitazioni liquefatte e gli alberi inceneriti. L’incendio di estese fino ad oltre centro metri dal luogo dell’esplosione“, aggiungono.
“La centrale di Sulmona sarà collegata a quattro linee di metanodotti parallele, situate ad appena trecento metri dal cimitero. Se l’esplosione di Mutignano ha provocato un simile disastro, non è difficile immaginare quali potrebbero essere le conseguenze di una esplosione che dovesse verificarsi a Case Pente, dove ciascuno dei quattro tubi ha una portata di metano che è quattro volte quella di Mutignano. Il problema della sicurezza, da noi più volte sollevato, è regolamentato da una normativa ridicola, ad uso e consumo della Snam, in quanto prevede la costruzione dei metanodotti a 30 metri dalle abitazioni. E’ questa una delle tante ragioni per cui continuiamo a batterci contro un’opera dannosa e completamente inutile“, concludono i comitati.