Pizzone II – Il Ministero ha concesso nuova sospensione del procedimento. Il Coordinamento: l’ente per legge avrebbe dovuto obbligatoriamente archiviare l’istanza.

19 Gennaio 2024 - 19:01:48

L’Enel ha chiesto una nuova sospensione del procedimento fino al 31
agosto 2024 per modificare il progetto e svolgere rilievi e indagini e
il ministero dell’ambiente ha incredibilmente accettato invece di
archiviare la pratica come prevede inequivocabilmente la norma sulla
VIA.

Infatti la proroga concessa è di 231 giorni che, sommati alla prima
proroga chiesta il 13/9/23, danno un totale di 353 giorni.

Riteniamo che l’ulteriore sospensione sia contraria alle norme che
disciplinano il procedimento di V.I.A. (Valutazione d’impatto
ambientale) per i progetti ricadenti nel PNIEC-PNRR nell’ambito dei
quali i giorni di sospensione massimi previsti sono 120 come recita in
maniera inequivocabile l’art.24 del Testo Unico dell’Ambiente che
alleghiamo, pena, secondo la norma, l’obbligatoria archiviazione del
progetto in mancanza della documentazione.

I dirigenti ministeriali quali norme stanno applicando?

Tra l’altro l’Ente Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, autorità con
competenze ambientali, ha dichiarato il progetto improcedibile.

Pertanto il ministero avrebbe quindi dovuto semplicemente archiviare
definitivamente il procedimento visto che le norme generali della
pubblica amministrazione vietano di appesantire inutilmente i
procedimenti amministrativi.

Comprendiamo che Enel abbia rilevanti interessi economici a portare
avanti l’iniziativa sempre e comunque, ma il Ministero dovrebbe
applicare quanto previsto dalle norme poste a tutela dell’ambiente.

Il coordinamento No Pizzone stigmatizza quindi quanto fatto dal
Ministero nello sfidare le prescrizioni normative in vigore.

“Di fronte al comportamento del Ministero dell’Ambiente, su cui ci
riserviamo di agire nelle sedi opportune, anche impugnando gli atti
illegittimi, siamo noi a invitare l’Enel a ritirare definitivamente il
progetto Pizzone II”

Il Coordinamento No Pizzone II, già contrario al progetto iniziale,
considererà inaccettabile qualunque progetto uscirà dal cappello
dell’Enel.

Questi sono i motivi:

-sarebbe realizzato bucando la montagna in un’area di notevole pregio
ambientale, interna ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e
Molise e della sua area contigua, sottoposta anche a ulteriori vincoli
ambientali europei (SIC, ZPS, IBA) e nazionali (paesistici,
idrogeologici, antisismici).

– l’area è il regno dell’orso bruno marsicano, dell’aquila reale, del
camoscio d’Abruzzo e di tantissime altre specie, che non possono certo
convivere con il notevolissimo disturbo che sarà arrecato loro.

-anni e anni di cantieri intorno ai laghi di Castel San Vincenzo e della
Montagna Spaccata comprometteranno il turismo sostenibile, unica
possibilità per contrastare la depressione socio economica e lo
spopolamento del territorio.