Comunicato congiunto CAI Teramo e WWF Teramo su illuminazione Gran Sasso

27 Gennaio 2024 - 09:10:50

L’idea di illuminare il Gran Sasso d’Italia di rosa in vista della tappa
del futuro Giro d’Italia è un’idea poco originale che sicuramente non
aggiungerebbe nulla alla bellezza della vetta più alta dell’Appennino.

Il Gran Sasso non ha bisogno di essere illuminato artificialmente
dall’uomo come una specie di gigantesco albero di natale, essendo
illuminato nei tempi giusti e meravigliosi della natura.

La ricerca di sempre nuove forme di sfruttamento delle risorse naturali
non rappresenta certo una forma di progresso, ma – al contrario – un
andare indietro. È sbagliato pensare che tutto sia sempre e comunque
possibile, anche all’interno di un’area che è tutelata a livello
regionale, nazionale ed europeo.

Non vi è nulla di culturale né di promozionale nello sprecare energia
per colorare di notte una montagna perché non sarà certo una
illuminazione artificiale a far conoscere di più il Gran Sasso d’Italia
che già ora è una montagna conosciuta ed apprezzata, nonostante i
ritardi nella sua valorizzazione dei quali non è certo responsabile il
Parco. Lo spopolamento dei comuni montani, iniziato ben prima
dell’istituzione dell’Ente Parco, dipende dal modello di sviluppo
imperante e se si vogliono ricercare responsabilità andrebbero ricercate
anche tra quanti amministrano questi territori. Lo dimostra, ad esempio,
l’incapacità dimostrata nel gestire la stazione sciistica dei Prati di
Tivo ferma da anni nonostante i milioni di euro di fondi pubblici che vi
sono stati buttati.

Se si vuol dare veramente alla montagna teramana la possibilità di
crescere anche dal punto di vista turistico, si deve sviluppare un
progetto di marketing territoriale che coinvolga tutti i soggetti
presenti sul territorio con l’obiettivo di valorizzare il nostro
patrimonio naturale e non semplicemente sfruttarlo momentaneamente.

Nello caso specifico, l’Ente Parco è stato chiamato ad applicare una
legge votata dal Parlamento che prevede che chi propone un intervento
nel territorio del Parco sia tenuto a presentare nei tempi e nei modi
stabiliti dalla legge la documentazione necessaria: Comuni e Provincia
lo sanno bene, visto che loro stessi sono soggetti deputati a rilasciare
autorizzazioni. Non vi può essere discrezionalità nell’azione degli enti
pubblici e laddove vi sono storture, chi vede respinta la propria
richiesta di autorizzazione può rivolgersi al giudice amministrativo e
far valere le proprie ragioni.

Anche se ormai può suonare strano, non si amministra con i post sui
social network e i comunicati stampa, ma con gli atti concreti. Per
questo la conferenza stampa organizzata dal GAL Gran Sasso Laga insieme
alla Provincia di Teramo e ai Comuni di Isola del Gran Sasso e di
Pietracamela sul diniego dell’Ente Parco non rappresenta un buon esempio
di collaborazione tra Enti, proprio quella collaborazione che viene
giustamente richiesta dagli enti locali, ma che non può trasformarsi in
un diritto a veder approvato tutto quello che si propone.