27 Gennaio 2024 - 17:24:34
di Martina Colabianchi
Si è svolta questa mattina, nella cornice dell’aula magna del tribunale dell’Aquila, l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.
Una cerimonia particolarmente sentita quella di quest’anno in quanto si è tornati, dopo gli anni di stop dovuti all’emergenza pandemica, tutti in presenza tra consiglieri della Corte e istituzioni del distretto.
Tanti i temi trattati nel discorso introduttivo della presidente della Corte d’Appello dell’Aquila, Fabrizia Francabandera, a cominciare dalle importanti riforme che stanno interessando la giustizia e dagli obiettivi previsti dal PNRR. “Quantomeno in Corte d’Appello e nei tribunali di maggiori dimensioni, – ha detto – contiamo di riuscire a conseguire gli obiettivi del Pnrr, che ci impegna entro il 2026 ad abbattere del 90% l’arretrato civile e a ridurre la durata media dei procedimenti del 55% nel settore civile e del 25% in quello penale e delinea obiettivi intermedi per la fine del 2024 – recentemente e opportunamente meglio articolati per l’arretrato civile“.
Sulla lunga durata dei processi, di cui non non nasconde la problematicità, Francabandera ha espresso ottimismo, in quanto “oggi qualcosa sta cambiando: abbiamo qualche risorsa in più (non quanto sarebbe necessario), abbiamo maggiore razionalità del quadro normativo (anche se non tutto ci convince), abbiamo obiettivi concreti (ambiziosi ma non impossibili). Abbiamo il dovere e la responsabilità di impegnare al meglio le nostre professionalità per non deludere, ancora una volta, le aspettative di miglioramento del sistema giustizia“.
La presidente si mostra ottimista anche sulle riforme:
“Sono, per la prima volta dopo anni di interventi settoriali, vere e proprie riforme di sistema, che stanno già incidendo su tutti gli aspetti della Giurisdizione, andando nella direzione di una temperata e progressiva riduzione degli affari devoluti ai giudici ordinari (si parla di ‘intento deflattivo’), mediante incentivi a soluzioni extraprocessuali e a riti semplificati o alternativi, al contempo tentando di semplificare e velocizzare i riti ordinari, rivisti nei punti nei quali più frequentemente la macchina del processo rallenta, causando ritardi”.
Passando ai dati, in gran parte positivi, del funzionamento della Corte d’Appello, la presidente ha ricordato il processo di Rigopiano in corso proprio in questi giorni di cui, prima ricordando le vittime con commozione, ha sottolineato la prossimità con cui si sta svolgendo rispetto alla sentenza di 1° grado. Sottolineando la complessità del processo, Francabandera spera si giunga ad una sentenza definitiva prima di incorrere in prescrizione.
Tanti altri i temi trattati, a partire dall’emergenza dei femminicidi che, in Abruzzo, registrano il tasso più alto d’Italia. “Questa realtà – dichiara Francabandera – sembra aver assunto i caratteri di una vera e propria emergenza, cui il legislatore ha risposto adeguando il c.d. ‘Codice Rosso’ e investendo la giurisdizione penale di una funzione preventiva che pure, in parte, le è estranea, occupandosi essa, per definizione, di accertare e sanzionare ciò che è già accaduto. Per affrontare al meglio la gran mole di lavoro che è derivata dalle nuove norme (che anticipano la tutela delle vittime fino alla previsione dell’arresto per chi viola i divieti di avvicinamento), Procure e forze di polizia hanno rinnovato e perfezionato i loro modelli organizzativi; hanno adottato Protocolli con istituzioni e organizzazioni del volontariato per la creazione di centri di ascolto e il coordinamento dei primi interventi. Segnaliamo in particolare il Protocollo d’intesa tra la Procura di Pescara e il Dipartimento di Psicologia dell’Università D’Annunzio per l’avvio di corsi di formazione e la predisposizione di una sorta di “pronto intervento” da parte di psicologi disponibili a turni di reperibilità; si segnala, altresì, l’Ufficio Vittime del reato istituito presso la Procura di Teramo“.
“Occorre, comunque, – sottolinea – trovare risorse per un maggior sostegno allo ‘stato sociale’: il circuito socio-assistenziale è meglio attrezzato per intercettare le situazioni a rischio e farle uscire dal buio dell’omertà familiare, anche con l’aiuto delle donne che da anni operano con discrezione e professionalità nei centri antiviolenza e nelle case rifugio, veri presìdi d’urgenza nei casi di pericolo, presenti in numero insufficiente nel nostro territorio“.
“È amaro constatare che, pur dopo i tanti allarmi, permangono grandi difficoltà nel sostenere le donne vittime di violenza, non solo nei percorsi psicologici di elaborazione del distacco dal compagno maltrattante, ma anche in quelli, che dovrebbero e potrebbero essere meno complessi, di riscatto sociale e autonomia economica“, prosegue poi Francabandera, sottolineando come l’autonomia economica, indispensabile per essere libere, “è ancora lontana da raggiungere: troppe sono in Italia le donne che non hanno un lavoro (pur essendo mediamente più istruite degli uomini) o che lo abbandonano alla nascita dei figli, sentendosi poco sostenute nel ruolo genitoriale dal padre e, in genere, dalla società; per non parlare del fatto che il lavoro delle donne, anche a fronte di migliori curricola formativi, è spesso lavoro povero, che non invoglia a costruirsi un percorso professionale autonomo“.
Uno sguardo, poi, anche ai complessi scenari che riguardano i minori non accompagnati che giungono, numerosi, in Abruzzo come nel resto d’Italia.
“Preme evidenziare che, cessata la fase emergenziale degli arrivi di ragazzi ucraini, è in esplosivo aumento, ben oltre il 50%, il numero dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) arrivati in Abruzzo, ben 839, in gran parte provenienti dalle zone sub sahariane dell’Africa, fatti sbarcare a Ortona su indicazione del governo. Si tratta di minori, non di rado vittime di tratte e violenze durante il terribile viaggio che li porta in Italia, che vengono collocati nelle strutture SAI, da tempo sature, nonostante sia stato disposto l’aumento indiscriminato di posti per ogni struttura esistente, anche quelle non specializzate – spiega ancora Francabandera -. Ai minori stranieri privi di riferimenti familiari (per lo più adolescenti, raramente bambini) occorrono mediatori culturali, corsi di lingua italiana, la progettazione specifica di corsi di formazione professionale. L’assenza di scolarizzazione e di progetti di inclusione si traduce in una violazione dei loro diritti umani, perché impedisce ogni possibilità di crescita e autonomia, esponendoli anzi al rischio concreto di diventare, anche nel nostro territorio, vittime di sfruttamento, manovalanza reclutata per attività criminali“.
Fabrizia Francabandera è tornata, poi, a sollecitare il Comune dell’Aquila per i lavori del piazzale antistante il palazzo di Giustizia all’Aquila, fermi da tempo. Il magistrato, contestualmente, collega i ritardi alla Rinascita dell’Aquila colpita dal terremoto del 2009, mandando anche un messaggio al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
“Quest’anno la copertina reca l’immagine dello stemma della Provincia di L’Aquila, come raffigurato nella pavimentazione originale nel Palazzo Margherita, da pochi mesi tornato ad essere la storica e prestigiosa sede del Comune; ringrazio il Sindaco per averci consentito di utilizzare l’immagine. Prosegue così, e per la mia presidenza si completa, quello sguardo sulla rinascita di L’Aquila iniziato nel gennaio 2017: allora la copertina della mia prima relazione raffigurò la bellissima cinta muraria appena restaurata, con l’auspicio, rimasto vano, che presto la piazza di accesso alla nuova ala del Palazzo di Giustizia (il c.d. I lotto, avviato fin dal 2007) avrebbe costituito un luogo in cui la storia e la bellezza della città, la funzionalità degli accessi e l’immagine pubblica del Palazzo di Giustizia potessero confluire in una sintesi illuminata. Scrissi, nell’occasione, che già nel 2018 avremmo potuto godere di tutto ciò; sono passati sette anni e siamo solo all’avvio dei lavori progettati. Da allora, per non incorrere in nuove delusioni, abbiamo pensato di raffigurare in copertina solo immagini di beni già restituiti alla collettività: nel 2018 la facciata della basilica di Collemaggio; nel 2019 la splendida cupola delle Anime Sante; nel 2020 un quadro iconico come ‘Lottiamo per la pace’ del maestro Brindisi, dal messaggio quanto mai attuale; nel 2021 Piazza Duomo restaurata ma desertificata dalla pandemia; nel 2022 la bella facciata di Palazzo Ardinghelli, da poco divenuto sede prestigiosa di un museo di arte moderna; lo scorso anno l’immagine dolcissima della Madonna con Bambino del maestro Saturnino Gatti, appena ricollocata nella Basilica di Collemaggio. Francabandera ha anche parlato del bar del Tribunale dell’Aquila, mai riaperto dopo la ristrutturazione dell’immobile. A L’Aquila sono in corso, appaltati dal Comune, i lavori per la realizzazione del Bar interno al Palazzo di Giustizia e il completamento del piazzale in Via XX Settembre, purtroppo in drammatico ritardo. I lavori per la realizzazione del parcheggio multipiano sottostante la piazza monumentale (avviati nel lontano 2007), per i quali oggi può attingersi ai fondi del PNRR per circa 3 milioni di euro, dovrebbero completarsi entro il 2024. Per al realizzazione del bar, invece, il Comune sta stanziando a bilancio le somme necessarie per l’acquisto delle attrezzature, non ricomprese nel finanziamento PNRR; si auspica che si proceda più speditamente di quanto sinora non sia avvenuto“.
La presidente Francabandera sceglie di terminare, simbolicamente, il suo discorso con una citazione alle Lezioni americane di Italo Calvino menzionando, in particolare, il capitolo sulla leggerezza. Nel “togliere più che aggiungere”, tanto caro allo stile dello scrittore, Francabandera vede anche un obiettivo perseguibile dalla Legge: nei limiti della complessità, necessaria, del linguaggio giuridico, è bene mantenere una certa trasparenza e chiarezza nell’espressione delle motivazioni processuali.
Ma la leggerezza, aggiunge, deve anche significare il togliere peso allo “scontro perenne” che investe la giustizia in Italia per poter, così, guardare le cose più chiaramente.